Immaginate di essere cresciuti a 20 chilometri da Napoli, guardare ogni giorno da ragazzino il San Paolo come il “teatro dei sogni” e di avere la possibilità di tornare a giocare per i colori azzurri indossati nel settore giovanile.
Pur con la consapevolezza di essere il terzo portiere e di rischiare, a 22 anni da festeggiare il prossimo 15 settembre, di vivere una stagione tra panchina e tribuna. Davide Marfella lo ha fatto. Ha rinunciato alla C, dove tante realtà volevano questo portiere chiuso a Bari dal titolare Gigi Frattali, e rispondendo con entusiasmo alla chiamata di Luciano Spalletti, alla ricerca di un terzo portiere dopo la cessione di Nikita Contini in prestito al Crotone.
Così, dopo due campionati vinti in D con Vis Pesaro e Bari e due stagioni da riserva in Puglia, con 5 presenze complessive tra Serie C e Coppa Italia, Davide ha optato per il ritorno a casa. Una favola calcistica, quella di chi nell’estate 2018 aveva già vissuto il ritiro di Dimaro alle spalle di Ospina, Karnezis e Meret.
Oggi il greco non è più nella rosa del Napoli, il portiere nel giro della Nazionale di Mancini è ai box per un infortunio e il colombiano è alle prese con una corsa contro il tempo dopo gli impegni ravvicinati con i Cafeteros, che lo riporteranno in Italia solo venerdì (anche se resta il favorito per giocare titolare in campionato). Un giorno prima di Napoli-Juventus, in programma alle 18 di sabato 11 settembre allo stadio Maradona.
Congiunture, unite a una partita tra le più sentite del campionato. Così quello del 22enne con radici nella Puteolana è diventato uno dei nomi più “googolati” del panorama calcistico nazionale degli ultimi giorni. Nella giovane favola calcistica di Marfella un momento rilevante è quello di novembre 2016, 10 mesi dopo il suo arrivo in azzurro.
Il Napoli dei giovani viaggiava forte in Youth League, ma nella notte di Istanbul contro il Besiktas Davide fu protagonista del primo successo in trasferta del club nella competizione europea, lanciato tra i titolari dall’allenatore Teore Grimaldi, respingendo prima il rigore di Ozturk e salvando poi il risultato in altre due occasioni, su Ozturk ancora e su Karatas. “Nel volo di ritorno si avvicinarono Ghoulam e Koulibaly per farmi i complimenti – ricordava lui nel 2019 ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – è stato emozionante. Io studio e cerco di apprendere quanto più possibile, mi sento un privilegiato per questo”.
E pensare che Marfella non nasce certo portiere: “Sono partito da terzino, poi un giorno mancava il portiere e mi sono cimentato io tra i pali“. Terzino, il ruolo che ricopre il gemello Simone, difensore del Siracusa. Sono loro ad aver trasmesso a papà Roberto la passione per il Napoli. Quella per la porta in Davide invece l’ha intravista Marco Giglio, il suo preparatore dei portieri. In camera Davide aveva il poster di Iker Casillas, campione d’Europa e del Mondo con la Spagna. I suoi modelli sono “Neuer e Cragno”.
Un’amicizia solida è quella con Meret: i due sono vicini di casa spesso raggiungono il campo di allenamento con la stessa auto. Alex è prodigo di consigli per Davide, che vive giorni non banali.
Passati anche per le critiche che hanno riguardato la squadra dopo l’1-5 in amichevole contro il Benevento. Nonostante Petagna, Politano, Lozano e Fabian Ruiz, le assenze dei nazionali azzurri hanno pesato troppo. Marfella, come i suoi compagni, ha già messo alle spalle l’incidente di percorso. Ora Davide sogna l’esordio. Inseguendo i compagni di Koulibaly, che questa volta potrebbe essere in campo con lui.
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