“Oh, quella porta ti porta bene eh“, questo è il messaggio Whatsapp che Dany Mota ha ricevuto da Roberto Boscaglia, suo ex allenatore ai tempi della Virtus Entella, dopo il gol contro il Genoa. Per capire il significato bisogna ritornare ai sedicesimi di Coppa Italia 2018/19, Genoa-Virtus Entella. Dopo il 3-3 dei tempi regolamentari, si va ai rigori. Il primo a battere è un allora 19enne Dany Mota: rincorsa lunga e tiro di piatto angolato. Gol, il primo dei sette che hanno permesso all’Entella di qualificarsi agli ottavi. 1920 giorni dopo, sempre in quella porta, Dany Mota segna – parole sue – “Il gol più bello della sua vita”.
“Ci sentiamo spesso, è un ragazzo meraviglioso. Oltre al professionista c’è un timido che si nasconde dietro la maschera da grande giocatore. Lui ce li ha questi colpi. Ha i numeri per fare questo e altro”, ha raccontato Roberto Boscaglia ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Boascaglia arriva sulla panchina della Virtus Entella nella stagione 2018/19, chiamato per provare a centrare la promozione. A luglio si trova in rosa anche un giovane Dany Mota, di ritorno dal presitto alla Primavera del Sassuolo dopo che Carnevali aveva deciso di non riscattarlo.
“Mi sono trovato questo ragazzo in una squadra che ambiva a fare un campionato di vertice. Avevo degli attaccanti molto forti come Caturano e Diaw, poi a gennaio arrivò anche Mancosu, e il direttore Superbi mi disse di portare in ritiro anche Dany che aveva 19 anni – racconta Boscaglia -. Dopo i primi allenamenti ero convinto che non solo sarebbe rimasto con noi, ma ci avrebbe aiutato a fare il salto. A un certo punto sono stato ‘costretto’ a cambiare modulo, passando dal 4-3-1-2 al 4-3-3 per far giocare Mota-Caturano-Mancosu tutti assieme. Vincemmo il campionato andando in Serie B. Ho ancora i messaggi (ride ndr.) di quando chiesi al presidente di non venderlo perché ero sicuro che avrebbe fatto tanti gol anche l’anno dopo e lo avrebbe rivenduto l’anno dopo a 10 milioni. Poi Dany scelse di andare alla Juventus perché c’era Cristiano Ronaldo e lui da portoghese impazziva solo alla possibilità di vederlo”.
Estro e creatività in campo ma non solo: anche in spogliatoio Dany Mota è assoluto protagonista. “Dentro lo spogliatoio è meraviglioso, è un giullare, fa scherzi e ha sempre il sorriso. Difficilmente lo vedi triste. Ma quando gli fai i complimenti o cominci a parlare bene di lui in tv diventa schivo. Io lo prendevo sempre in giro tirandogli un sacco di ‘scappellotti’ in quanto era uno dei più giovani. L’ho messo sotto la mia ala perché vedevo che aveva bisogno di sentire la fiducia dell’allenatore“, ha ricordato Boscaglia, figura fondamentale per la sua crescita come calciatore.
Punta, esterno o trequartista? Dany Mota non ha limiti e lo sa bene anche il suo ex allenatore: “In attacco può fare tutto, dalla seconda punta all’esterno. Ha tanta forza nelle gambe che difficilmente lo sposti e fa tanto di quello che gli viene richiesto dall’allenatore. Ha qualità tecniche importanti. In questo Monza fa bene questo ruolo, mentre con noi giocava sia prima che anche da seconda punta. Gli piace buttarsi negli spazi e venire incontro. Tecnicamente sa difendere palla ed è utile come collante tra centrocampo e attacco”.
Qualità teniche abbinate all’umitlà di chi vuole arrivare in alto. Sì… ma dove? Boscaglia non ha dubbi. “È un ragazzo molto umile nonostante lui sappia di essere molto forte. È un ’98 e può ancora crescere molto. Con la sua duttilità ce ne sono pochi in Serie A, sono sicuro diventerà un top player del campionato italiano. È un giocatore che tutti quanti vorrebbero, ma già si trova in un grande club”, ha concluso.
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