Categories: Interviste e Storie

Dany Mota si riscopre trascinatore: è un Monza in formato esotico

Nato nel quartiere numero 47 di Lussemburgo, come il numero di maglia che ha sempre indossato da quando gioca a calcio, contro il Cosenza ci ha messo appena 9 minuti per segnare una pregevolissima doppietta. Dany Mota Carvalho si sta pian piano riscoprendo leader della squadra di Stroppa: l’anno scorso, con Brocchi, giocava più lontano dalla porta e con davanti Boateng e Balotelli, trovare spazio non era così facile. 

Foto Buzzi

In coppia con Vignato

Oggi, invece, in attacco gioca in coppia con Samuel Vignato. Uno strano duo esotico che però a quanto pare funziona alla perfezione. Entrambi, infatti, conoscono il portoghese: Samuel perché la mamma è brasiliana (leggi qui l’intervista) e Dany perché sebbene sia cresciuto in Lussemburgo, i genitori vengono da Oporto. E se nella passata stagione Mota si era fermato a 6 gol, ieri sera ha già eguagliato il suo record personale in Serie B: “Il mio obiettivo è la doppia cifra – ha dichiarato nel post-partita – l’allenatore vuole che stia più vicino all’area e questo mi porta a segnare di più”. 

Dalla rovesciata contro gli Azzurrini ai playoff di marzo?

Insomma, tutto è cambiato ma il suo talento non è mai stato un segreto. Con il Portogallo quest’estate ci aveva già fatto vedere grandi cose. Certo, il gol di ieri sera di sinistro a giro sotto l’incrocio è tanta roba, ma la rovesciata nei quarti di finale con gli Azzurrini agli Europei under 21 è un’altra storia. In quella competizione di categoria ci aveva eliminati in un pirotecnico 5-3 e ora nei playoff di marzo chissà, potremmo ritrovarcelo di nuovo contro: “Voglio portare in A il Monza e giocare in Qatar con Ronaldo” aveva rivelato alla Gazzetta dello Sport qualche giorno fa. Con Cristiano, in realtà, aveva già condiviso lo spogliatoio della Juventus, quando aveva giocato per sei mesi con l’Under 23 bianconera. Da idolo a compagno è un attimo: ora hanno anche lo stesso agente (Jorge Mendes). 

Ma se oggi può ambire a certi palcoscenici lo deve soprattutto all’Entella: “A 16 anni giocavo nella massima serie lussemburghese e un osservatore mi ha scoperto. Da lì è cominciato tutto, vado e non torno più!”. E così è stato. Tre anni nella Primavera, dove ha giocato con Zaniolo, e poi l’esplosione in Serie C, con 12 reti in 35 presenze nell’anno della promozione in B.

Già all’epoca Galliani e Berlusconi avrebbero voluto portarlo al Monza. Ce l’hanno fatto poco più tardi, acquistandolo dalla Juventus Under 23 per 2,3 milioni di euro. Il suo valore non può far altro che crescere e per esaudire i suoi desideri con la squadra di club e la nazionale tutto passa dai suoi piedi. La speranza è che possa fare bene solo in Italia e non contro l’Italia, se dovesse esserci, a marzo. 

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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