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Maldini vs Milan: un altro capitolo di una storia da romanzo

La settimana di Daniel Maldini assomiglia a un tuffo nel passato, ma con uno sguardo (possibile) al futuro. Sabato sera le attenzioni saranno tutte su di lui: contro il Milan non potrà mai essere una partita come tutte le altre. Il suo Monza proverà ad archiviare la delusione Atalanta; intanto proprio la Dea sta “monitorando” il trequartista classe 2001, per usare le parole di Luca Percassi. 

Daniel ha già segnato contro il Milan: era il 5 novembre 2022, quasi due anni fa esatti. Milan-Spezia 2-1, Maldini vestiva la maglia delle Aquile, contro cui aveva fatto il suo primo gol in rossonero l’anno precedente. È al Monza, però, che sta trovando la sua vera dimensione: qui ha raggiunto la continuità ed è emersa la sua qualità. Qui si è guadagnato la nazionale, terzo della famiglia dopo nonno Cesare e papà Paolo. 

Maldini contro il Milan: prima volta dopo la cessione a titolo definitivo

Tutto merito di una fiducia che non aveva mai avuto altrove, né a Empoli né in Liguria. Sono bastati sei mesi a Monza per innamorarsi di lui: tre gol in quattro partite nel mese di marzo, spesso decisivi. Poi l’acquisto a titolo definitivo, a un anno dalla scadenza, dopo il prestito di sei mesi. Contratto biennale fino al 2026, con opzione di rinnovo automatico per il terzo, al verificarsi di alcune condizioni. Ma intanto Maldini inizia a suscitare l’interesse delle big: “È un ragazzo dall’enorme talento, che ovviamente l’Atalanta deve seguire“. Parola dell’AD dell’Atalanta, Luca Percassi. Un chiaro indizio in vista del calciomercato. 

Intanto è Nesta a goderselo. Quest’anno sta trovando continuità, fermato solo da un piccolo problema che lo ha tenuto fuori contro il Verona. Motivo per cui contro l’Atalanta è subentrato nel finale. A Monza ha trovato gli amici di sempre e un ambiente che gli ha permesso di crescere senza troppe pressioni. Nella prima sfida contro quello che è ormai il suo passato, Maldini vuole tornare decisivo: per scrivere un’altra pagina di un romanzo da sogno. 

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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