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Maldini uguale vittoria. E il Monza sogna l’Europa

Il vento spinge il pallone di quel tanto che basta per entrare in porta, dopo la traversa. Soffia alle spalle del Monza, ormai salvo e a meno due dall’Europa. Accompagna la crescita di Daniel Maldini, che vive il miglior momento della sua carriera. 

Mi sento già a casa“, ci aveva detto pochi istanti dopo la firma. Decisivo contro Salernitana, Genoa e oggi contro il Cagliari: tre gol in quattro partite, è già la sua stagione più prolifica. Lontano parente del giocatore di Empoli, qui ha trovato la sua dimensione. In tribuna ci sono gli amici di sempre, quelli che ha ritrovato a gennaio. 

Il Monza sogna l’Europa: Cagliari battuto grazie a Daniel Maldini

Da “figlio di” a protagonista: l’ascesa di Daniel Maldini passa da tanti piccoli dettagli. Come la sicurezza con cui prende il pallone dopo il fischio dell’arbitro per andare a battere la punizione. Prende la rincorsa, sguardo fisso e concentrato. 

Come da tradizione di famiglia, Daniel non è mai stato di molte parole. Sulla scelta di fare il calciatore come il nonno, il padre e il fratello maggiore, non ha mai lasciato spazio a dubbi: “Ho iniziato a giocare perché l’ho chiesto ed era la cosa che mi piaceva di più”. 

Photo credits: Andrea Rosito

Dopo l’esordio al Milan, il primo gol e la parentesi allo Spezia, Daniel sembrava pronto a prendersi la scena. Ha dovuto attendere pochi mesi. Monza come scelta inevitabile: qui è amato, coccolato fin dal primo giorno, Galliani lo ha preso sotto la sua ala. I miglioramenti sono evidenti: fisici, prima di tutto, ma anche tecnici e mentali. È lui a tirare per primo in porta, è lui a decidere la partita a fine primo tempo, mettendo fine alla striscia positiva del Cagliari. “Prima del gol non stava facendo molto bene, lui lo sa e gliel’ho detto“, dice Palladino col sorriso sulle labbra. Quel che è certo è che quando segna Maldini, si vince: terza volta su tre in questo mese da sogno. In un momento di possibili grandi cambiamenti, Monza si affida anche a lui, nuova certezza e simbolo del filo rosso che lega la storia del Milan a quella del Monza.

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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