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Dani Alves svela: “Andarmene gratis dal Barça un gesto di classe, sono stati falsi con me. La fama? E’ una m***a”

Mentalità chiara, ben definita. “Uno deve svegliarsi e lottare per i suoi obiettivi, ma una volta raggiunti bisogna metterli da parte e pensare a nuove sfide”. Mai appagato, Dani Alves: nemmeno quando sei circondato da fenomeni, campioni e fai parte di una squadra capace di vincere tutto negli ultimi anni, come il Barcellona. Eppure, come dichiarato dal terzino brasiliano della Juventus ad ABC…”La felicità momentanea non mi piace: amo lavorare giorno dopo giorno per essere sempre felice. Per questo quando ho vinto una Champions non mi sono mai fatto trecento foto con la coppa: è solo un trofeo”.

Rapporto particolare, quello tra Dani Alves e il mondo del pallone. Da una fama sognata a… relativamente apprezzata: “Il calcio è molto ipocrita: per questo sono deluso. La fama è una m***a. Da piccolo mi esercitavo sul mio autografo perchè sognavo di essere famoso, importante e fare autografi. Ma questa è la mentalità che fa parte dell’innocenza di un bambino: realmente, non avevo idea di cosa significasse. Ora che son famoso, mi son reso conto del fatto che le persone famose siano mal viste. Il calcio porta invidia, ipocrisia e false amicizie”. A fine carriera, dunque, spazio al tanto amato mondo della musica? “Sicuramente. Amo la musica, il mio hobby è il calcio: sono convinto che in un’altra vita sarei stato cantante. Da piccolo già avevo un gruppo, mio padre lavorava in un club che ospitava bande musicali. Ho un fratello cantante, una casa di produzione in Brasile, compongo, aiuto gruppi che iniziano per farci conoscere: quando lascerò il calcio mi darà totalmente alla musica, è la mia grande passione”.

In chiusura, l’ex Barça ha ulteriormente motivato così il suo addio al mondo blaugrana senza troppi giri di parole, parlando della sua prima stagione in maglia Juventus: “Andarmene gratis dal Barcellona è stato un gesto di classe. Durante le mie tre ultime stagioni sentivo sempre dire che Dani Alves se ne sarebbe andato, ma la dirigenza non mi dicevano mai nulla in faccia. Sono stati molto falsi e non mi hanno portato rispetto, offrendomi il rinnovo solo quando sono stati sanzionati dalla FIFA. Volevo uscire dalla mia zona di comfort e competere ad alto livello in un club storico e vincente, perchè sono un vincente. E la Juventus lo è altrettanto. E’ un’istituzione che ha sempre qualcosa da insegnarti, che compete sempre. Qui sono felice e ho nuove e belle sfide in questo gruppo. Abbiamo una squadra per giocarci la Champions, senza dubbio. Ma qui sono tutti molto superstizioni e lo dicono a voce bassa: andiamo passo dopo passo. Prima contro il Porto, poi vedremo cosa succederà”.

Redazione

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