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Dall’esordio al San Paolo al 50º gol: Insigne e la Fiorentina, storia di gioie e dolori

La Fiorentina è sempre stato un avversario speciale per Lorenzo Insigne, la squadra che forse più di tutte in Italia ha segnato la crescita dello ‘scugnizzo’ azzurro. Dal 2 settembre 2012, giorno del suo esordio al San Paolo, al 15 settembre 2018, giorno del suo 50º gol in Serie A: sei anni di ricordi a tinte viola.

Insigne e la Fiorentina tra gioie e dolori

Il primo ricordo, ovviamente, è tra i più dolci in maglia azzurra. Il giovane Lorenzo corona il sogno di giocare davanti ai suoi tifosi, in quello stadio in cui sin da piccolo aveva fatto il raccattapalle. Subito un assist vincente per Hamsik, per dare un primo segnale del suo immenso talento. In quel Napoli di Mazzarri si divideva tra campo e panchina, per poi diventare dall’anno successivo uno dei titolarissimi della squadra di Benitez prima e di Sarri poi. Nell’era dello spagnolo due ricordi completamente opposti legati ai viola. A maggio del 2014 regalò al Napoli una preziosa Coppa Italia con una doppietta in finale contro la Fiorentina di Montella.

Qualche mese dopo, al Franchi, ci lasciò un crociato, iniziando il periodo più brutto della sua carriera. Da un titolo vinto contro i viola a un titolo perso, sempre contro i viola. Lo scorso anno il Franchi fu lo stadio delle lacrime, quelle per il sogno scudetto infranto sette giorni dopo l’impresa dello Stadium. Gli azzurri persero per 3-0, arrendendosi alla Juventus a poche giornate dalla fine dopo un duello emozionante. In una stagione da record, ma non da scudetto, in cui la Fiorentina è stata l’unica squadra a non perdere contro il Napoli di Sarri (0-0 al San Paolo, con Insigne fuori per infortunio).

La novità tattica vincente di Ancelotti

Milik o Mertens? “Sono stanchi entrambi dopo le Nazionali, deciderò alla fine”. Ancelotti scioglie il dubbio della vigilia scegliendo il belga, per la prima volta titolare in questa stagione. Ritorna il tridente con Callejon, Mertens e Insigne? In realtà no. Perchè l’allenatore azzurro sorprende scegliendo Lorenzo Insigne come attaccante centrale, con Mertens a partire dalla sinistra. Callejon, invece, resta sulla fascia destra, arretrando sulla linea dei centrocampisti in fase di non possesso formando un vero e proprio 4-4-2. Zielinski è l’altro uomo a dare imprevedibilità alla manovra azzurra, partendo da sinistra e andando ad agire spesso e volentieri in posizione di trequartista. Insigne, in quella posizione, dimostra di poterci stare, nel primo tempo è sicuramente il più pericoloso. Nel secondo tempo, invece, Ancelotti dà maggior peso all’attacco inserendo Milik, lasciando però Insigne sempre in posizione centrale dietro la prima punta. Sull’asse Milik-Insigne nasce il gol vittoria. Intuizione.

Dalla Samp al gol decisivo

Il Napoli torna a vincere quindi, cancellando il terribile 3-0 di Marassi contro la Sampdoria. Una partita in cui Lorenzo Insigne era stato sostituito al 45’, una scena a cui i tifosi azzurri non erano abituati. Anche con la Nazionale una prova poco positiva contro la Polonia. “Ma sta bene, anche l’aver una sola partita con la Nazionale è stato positivo. Il fatto che non abbia giocato bene sarà uno stimolo a fare bene nelle prossime gare”, aveva dichiarato Ancelotti. È bastato un gol per cancellare tutto e riprendersi il Napoli. E per aggiornare l’album dei ricordi, tra gioie e dolori, delle partite contro la Fiorentina.

Mario Lubrano

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