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Il solito gol di Caputo, il trionfo di Andreazzoli: festa al Castellani per l’Empoli degli imbattibili

Le prove generali le aveva fatte al 36′ del primo tempo. Palla in mezzo di Di Lorenzo e solito tocco sotto porta che quando porta il marchio di Ciccio Caputo è paradigma del gol. Corsa sotto la tribuna Maratona a festeggiare, come se lo sentisse che da lì ad un’ora avrebbe concesso il bis. Sì, ma questa volta non si tratta di una rete. Ciccio Caputo è ancora lì. Dirige la festa di tutta la squadra sotto i propri tifosi. Cappellino in testa e microfono in mano. Se il suo score stagionale non dicesse 25 reti, qualcuno lo potrebbe scambiare per un capopopolo, non per un attaccante. Via alla festa, dunque. E le bollicine la fanno da protagonista. In campo, dove l’Empoli ha sempre messo in pratica un gioco spumeggiante, allo spogliatoio dove si scatena la festa grande. Si vede anche qualche lattina di Pagnotta Terruar. La produce Caputo, ad Altamura. Lo fa fra un gol e l’altro, perché quello è ciò che gli riesce meglio. Rete numero venticinque con oggi, un gol ogni 100′. Ha segnato praticamente a tutti, dal Palermo al Bari, passando per Frosinone e Parma. Cinque doppiette e una tripletta per una A meritatamente raggiunta. Dopo un lungo viaggio, dopo averla solo assaggiata. Otto anni fa ormai, con i sei mesi nel Bari di Ventura. Dodici partite, un solo gol. Cattiveria, grinta, fame: merce preziosa per qualunque allenatore. Cose che Caputo ha sempre garantito, fin dai primi calci tirati in parrocchia nell’Anspi del Sacro Cuore. Fin da quando papà Domenico e mamma Filomena lo portavano da un campo all’altro ai tempi dei dilettanti. “Only Time” di Enya la canzone che lo ha accompagnato all’altare nel giorno del matrimonio con la sua Anna Maria. In fin dei conti era solo una questione di tempo. Per lui, per l’Empoli.

“Questa media punti non può bastare”, aveva sentenziato Andreazzoli nel giorno della sua presentazione. 30 punti in 19 partite a rappresentare un bottino troppo misero per una squadra dal potenziale così forte. Da lì un viaggio senza soste, senza sconfitte. Lui al comando di tutto. La chiamata di Corsi a pochi giorni dal Natale, il regalo più bello che potesse trovare sotto l’albero. Basta pedalate su e giù per la Lunigiana. Per quelle poi ci sarà tempo. Anche per la famiglia, che ha avuto modo di godersi durante il periodo di inattività. Non è un caso che, al triplice fischio, sia stato l’unico a non correre a festeggiare sotto la Maratona. Si è girato ed è andato verso la tribuna alle sue spalle. Lì i parenti da abbracciare e la nipote (con la scritta nonno dietro la maglia) da prendere in braccio e portare in trionfo insieme a lui.

A consigliarlo a Corsi è stato Luciano Spalletti, un fratello prima che un collega. Sempre insieme loro due, per quasi dieci anni. Dalle serie minori alla panchina della Roma. Si ritrova improvvisamente da solo, perché nel frattempo i giallorossi sono noni e Zeman è stato esonerato. Ci mette una pezza, batte la Juve alla prima all’Olimpico, poi anche Fiorentina e Napoli, risalendo al sesto posto. Inventa Pjanic regista e calma una città che ribolliva. Poi la finale di Coppa Italia, la delusione e l’attesa di un riscatto. Che arriva, puntale. L’Empoli fa fatica con Vivarini e dopo il pareggio di Cremona è tempo di dare un segnale. Sostituisce il 3-5-2 con il suo 4-3-1-2, aggiunge l’estetica alla praticità. La squadra segna e incassa decisamente di meno. Caputo e Donnarumma non si fermano più, esplode anche il talento di Zajc, che segna il primo gol dell’Empoli targato Andreazzoli. Lo fa nell’1-1 di Brescia, anche se poi ci penserà Torregrosa a pareggiare i conti. Un punto per cominciare, poi sei vittorie consecutive e un treno inarrestabile. Fino ad oggi, fino alla A. Non poteva essere quella sconfitta con la Lazio il suo ultimo ricordo nel grande calcio. Empoli lo ha fatto rinascere e lui ha fatto rinascere l’ Empoli. Un matrimonio felice, insomma. Che non finisce qui, che adesso è atteso dai grandi palcoscenici della A. Ora, però, è tempo di festeggiare. E di pedalare, ritirando fuori la bici del tempo libero. Sì, perché nel frattempo gli amici stanno organizzando una pedalata da Empoli a Massa, andata e ritorno. Chilometri di sudore, fatica e piacere. Tutto con una promozione in più nel cuore.

Simone Golia

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