Categories: Interviste e Storie

Dalla Serie A alla Serie C, il mediano intellettuale Gazzi pronto a scrivere altre pagine della sua storia: ripartirà con l’Alessandria

Corro, scrivo, penso. Un mantra, forse una formula magica dentro la testa di Alessandro Gazzi e sull’homepage del suo blog. Una casta quella dei calciatori con tanti stereotipi, nella quale Gazzi non potrebbe mai sedersi. Senza molti fronzoli in campo, umile e libero fuori. Avrebbe voluto scrivere di un’impresa la scorsa stagione: la salvezza del Palermo rimasta, poi, soltanto un’utopia. É rimasto grigio il cielo del Barbera, sarà, invece, grigio ma anche rosso il futuro di Gazzi. In Serie C, con la maglia dell’Alessandria, perché la categoria non conta quando idee e progetti sono più forti. E’ la filosofia di Gazzi: lineare ma surrealista, visti i tempi. Surrealista proprio come Lynch, il suo regista preferito. É il carattere particolare di Gazzi, mai abituato a prendersi le prime pagine, che,piuttosto, preferisce scriversele da solo. Non una sorpresa, per chi, poco più che ventenne, frequentava la DAMS. A Roma: spettacolo, musica e cinema nella città con più arte al mondo. Praticamente la formula magica per la felicità di Gazzi, da conquistare tra un allenamento e un altro. In campo pensa e corre. Dopo la partita, invece, legge e scrive. Nel suo blog racconta le sue emozioni, ma anche le sue passioni. É intitolato “14storiedamediano” che unisce il suo numero e il suo ruolo. In onore di Cruyjff, idolo di papà e di Bruce Harper, simpatico personaggio di Holly & Benji che indossava proprio la maglia numero 14. E’ timido, con le guance che a volte fanno pendant con il colore di capelli. E’ soprattutto timido quando si parla delle sue passioni e dei suoi hobby: non solo Lynch, ma anche Hitchcock e la musica alternativa di fine anni 90′. L’accento é quello veneto, che ormai si é mescolato con il piemontese. Torino – quella granata in particolare – è diventata casa sua. Basti pensare che nella sua formazione ideale ci sono ben sei giocatori del Toro. Quattro lunghe stagioni in cui si è tolto diverse soddisfazioni, assaggiando pure l’Europa. Alessandria non vorrà dire Europa League, ma vuol dire mentalità, solidità e libertà. A due passi da Torino e con la moglie e i suoi bimbi al suo fianco. Per scrivere altre pagine di calcio. Sul rettangolo verde e sul blog..

Redazione

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