Ciprian si è preso Firenze, in poco tempo. Da vice-Neto a titolarissimo viola, al punto da far arrabbiare il suo secondo, Sepe, dopo l’esclusione in Europa League. Tatarusanu la prima scelta di Sousa, sempre e comunque. Portiere affidabile ed internazionale, intelligente e disciplinato. L’italiano lo ha imparato in fretta, anche qualche parola del dialetto: “Mota, ad esempio: vuol dire fango. E me la ricordo perché è simile a Thiago Motta, ma con una ‘t’ in meno”, scherza prima di iniziare una lunga e bella intervista al Corriere dello Sport. “Devo tanto a Viorel Dumitrescu e Pietro Chiodi, perché mi hanno aiutato a crescere quando non ero nessuno”. I numeri di questa stagione? “Si più sempre migliorare, per esempio il secondo gol subìto contro il Milan: avrei potuto fare molto di più. Quella su Boateng non è stata una bella uscita”. Ma non fa paura il tiki-taka che parte dal portiere? “Uscire con la palla, dialogare con i compagni e, più, di ogni altra cosa, non rilanciare sempre lungo, è certamente più rischioso. Ma io non faccio di testa mia: questa è la nostra filosofia di gioco e onestamente la condivido. Sarebbe facilissimo scaraventare il pallone a cercare l’attaccante, ma la Fiorentina è abituata a giocare fin da dietro. Posso sbagliare un passaggio o un rinvio, ma su una media di almeno 40 ogni partita. Nessuno è perfetto, ma si tratta di una percentuale davvero irrisoria. Le critiche alla difesa? Un gol subìto è sempre la sommatoria di più “pasticci”, mai la pecca di un singolo”.
A Firenze però non è stato sempre semplice, ad esempio quello scetticismo iniziale… come lo ha sconfitto? “Con il lavoro. Ho dovuto imparare a conoscere il campionato italiano e cominciare a farmi apprezzare. Sono arrivato dalla Steaua, dove avevo vinto tutto, ma qui sapevo che sarebbe stata tutta un’altra storia. Non ho mai avuto dubbi sulla scelta fatta. Non appena saputo dell’interesse della Fiorentina mi sono confrontato con un grande amico, Pietro Chiodi, che mi ha aiutato ad arrivare in Italia”. Dalla porta alla classifica: chi è favorita per il terzo posto? “Noi, perché adesso è nostro: siamo i più forti, lo dice la classifica”. Juve e Napoli imprendibili? “Hanno tanti punti in più rispetto a noi, ma mai dire mai. La favorita? Leggermente la Juventus”.
Dal campionato all’Europa, cosa c’è da aspettarsi a White Hart Lane? “Un’altra gara spettacolo: noi andremo a Londra per giocarci la qualificazione e faremo di tutto per prendercela”. Curiosità: perché la maglia n.12? “E’ la prima che mi hanno dato e me la sono tenuta stretta. Troppi ricordi e poca voglia di cambiare: mi rappresenta”. A chi si è ispirato? “Sono cresciuto osservando Florin Prunea, portiere della Nazionale di Romania per undici anni e pure Bogdan Lobont è stato uno da cui ho cercato di carpire più segreti possibili”. Chiudere la carriera alla Steaua? “In questo momento dico di sì: perché alla Steaua ho vinto tutto, ho ricordi straordinari. Nel calcio, però, può sempre succedere di tutto. Prima di arrivare alla fine della mia carriera, poi, c’è tempo. Smetterò quando non avrò più gioia nel venire ad allenarmi e, di conseguenza, non mi allenerò più col sorriso”. Parola di Ciprian Tatarusanu.
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