Il capocannoniere del Catania indossa la maglia numero 11. Se a questa cifra aggiungiamo una unità otteniamo la somma dei gol messi a segno fino a qui nel campionato di Davis Curiale. Dodici (in ventisei presenze). E dunque, quasi record stagionale visto che era arrivato massimo a 13 reti nella stagione 2013/14, quando Davis vestiva la maglia del Frosinone prima e del Trapani poi. Mai così bene in una sola stagione con la stessa maglia. L’attaccante dal nome “poco italiano” e tanto americano. Davis è nato a Köln, in Germania – e in italiano Köln si legge Colonia – trent’anni fa ma ha origini siciliane. I genitori infatti emigrarono per cercare lavoro. Come si può intuire dal cognome la sua famiglia è di Campobello di Mazara, un paesino della Sicilia occidentale in provincia di Trapani. E non appena può, il capocannoniere con la maglia numero 11, fa ritorno a casa. Per godersi il suo mare e per far conoscere al suo primogenito Vito, che porta il nome del padre, parte della sua realtà.
Per sedici anni ha vissuto lontano dall’Italia prima di fare ritorno nel suo paese, lo stesso in cui ha trovato la propria dimensione e il lavoro, nella sua passione. Un calciatore ma anche un uomo a cui piace passare del tempo con gli amici, quando ha qualche momento libero tra un allenamento e l’altro. O a cui piace andare a cena fuori – rigorosamente a base di pesce – per assaporare il vero sapore della sua terra. A tratti anche un personaggio, o meglio un uomo social. Un socialman. Sì, perché oltre saper segnare Davis sa anche comunicare. E lo fa pubblicando soprattutto foto di momenti in squadra e non solo, per caricare i compagni e trascinare l’ambiente. Ama ciò che fa, ciò che ha e vuole condividerlo con la stessa enfasi e determinazione con cui scende in campo.
Tornando al campo, Davis Curiale è una punta centrale, è l’attaccante che il Catania ha sempre cercato e tra i suoi primati c’è anche quello di essere il primo marcatore del girone C di Serie C (anche se la vetta la condivide con Saraniti, attaccante adesso al Lecce). La doppietta contro la Reggina – squadra che tra l’altro gli porta bene, sono infatti tre i gol messi a segno ai calabresi in questa stagione tra andata e ritorno – restituisce a Curiale e compagni la consapevolezza nei propri mezzi e la voglia di lottare. Di crederci per otto partite ancora, prima della fine del campionato – eventuali playoff a parte. Lui che a palcoscenici importanti è abituato: da Frosinone a Trapani, da Lecce a Catania – dopo una nuova parentesi vicino a casa.
Profilo basso, persona umile e giocatore concreto che anche quando non riesce a segnare corre e lotta in mezzo al campo pur di garantire il suo contributo. Per essere un esempio. Caratteristiche essenziali che fanno di lui il vero cannoniere del Catania. Quello con l’11 sulle spalle.
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