Interviste e Storie

Dalla borghesia al declino senza fine: ora il Grasshopper vuole tornare grande

Grasshopper – IMAGO

Dopo due decenni neri, la squadra più titolata di Svizzera cerca di tornare grande grazie a una nuova proprietà americana

Dai trionfi (quasi 50 tra campionato e coppe nazionali) a un possibile salto nel vuoto. In Svizzera c’è un club che dai primi anni 2000 ha improvvisamente smarrito mentalità vincente e identità, il Grasshopper Club Zurich. “Le Cavallette” (questo il significato in inglese della parola Grasshopper) hanno sempre avuto grande senso di appartenenza a Zurigo. Fino agli anni80, infatti, il club era sostenuto principalmente dall’élite locale.

Dall’Hardturm (stadio storico inaugurato nel 1929 e demolito nel 2008) sono passati giocatori che hanno fatto la storia anche della Nazionale. Come Alfred Bickel, Marcel Koller e i due portieri Yann Sommer e Roman Burki. I biancoblù sono stati anche la prima squadra svizzera a ottenere risultati di un certo rilievo in Europa con una semifinale di coppa Uefa contro il Bastia.

Periodi senza vittorie e momenti bui ce ne sono stati, come la prima retrocessione in Lega Nazionale B nella stagione 1948-49. Oppure la grave situazione debitoria a cavallo tra il 1999 e i primi anni 2000. Ma proprio a partire dal nuovo millennio il club viene risucchiato dal buco nero nel quale si trova ancora oggi.

Dopo l’ultimo campionato vinto nel 2003 fu necessaria una ricapitalizzazione; quattro anni più tardi cambia anche lo stadio. Condividendo così, con i concittadini dell’FC Zurigo, il Letzigrund. Nel 2013 arriva l’ultimo trofeo, con la vittoria della coppa nazionale contro il Basilea ai rigori che sembra poter sancire la rinascita. In realtà è solo l’anticamera della fase più acuta della crisi.

Dalla Champions alla retrocessione in pochi anni

Il secondo posto in campionato nella stessa annata consente alle cavallette di qualificarsi alla Champions League per la prima volta dopo dieci anni. Nel dicembre 2013, però, l’allora presidente André Dosé e il Consiglio di amministrazione del club non trovano l’accordo sulle elevate aspettative finanziarie nella gestione della squadra, e il presidente si dimette. Dal 2014 il club è controllato da Stephan Anliker (imprenditore immobiliare), ma i risultati sportivi e soprattutto economici sono peggiori ogni anno che passa.

Nel 2019, a quattro giornate dalla fine della stagione, il club più importante di Svizzera retrocede in Challenge League (la Serie B ellenica) dopo 68 anni. Con i tifosi che invadono il campo ordinando ai giocatori di togliersi la maglia.

Nel 2020, con un club allo sbando, il Grasshopper passa per nemmeno 5 milioni di Franchi alla Champion Union HK Holdings Limited di Jenny Wang, moglie del proprietario dei Wolverhampton. Grazie alla collaborazione tra club e l’arrivo in prestito di qualche giovane promettente nel 2021 le cavallette tornano in massima serie, ma con risultati poco promettenti e con i tifosi che criticano la prima proprietà straniera della loro storia. Il clima molto pesante porta la proprietà cinese a mettere in vendita il club nel 2023.

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Los Angeles per tornare a sognare e ritrovare casa

A gennaio 2024 arriva l’acquisizione del 90% della Grasshopper Fussball AG da parte del Los Angeles FC, con Stacy Johns come presidente affiancata da Harald Gärtner (Managing director Europa del gruppo LAFC). La nuova proprietà ha l’obiettivo di valorizzare il settore giovanile, trasformando la squadra una sorta di hub europeo della squadra statunitense.

Nella stagione 2024-25 la squadra allenata dal tedesco Tomas Oral riesce a evitare un’altra retrocessione allo spareggio contro l’Aarau secondo in Challenge League. Per questa stagione la squadra è stata affidata al quarantottenne austriaco Gerald Scheiblehner che dovrà plasmare velocemente un gruppo molto giovane composto anche da ragazzi provenienti dai settori giovanili di Inter, Milan e Monza. E che fa affidamento sul talento di due trequartisti arrivati in prestito dal Bayern Monaco: il danese classe 2006 Jonathan Asp Jensen e il classe 2005 croato Lovro Zvonarek. I 9 punti in 8 giornate lasciano presagire un’ennesima stagione complessa, ma solo il tempo dirà se le cavallette potranno tornare a saltare sulle vette del calcio svizzero.

A cura di Cristian Viscione

Redazione

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