Filippo Inzaghi è pronto all’esordio in Serie B
sulla panchina del suo Venezia,
sabato contro la Salernitana. Non vede l’ora. “Questa non è una B ma una A2 considerate le neoretrocesse (Empoli,
Palermo, Pescara), quale mercato abbiano fatto e quali siano le ambizioni di
neopromosse come il Parma, senza dimenticare una realtà del calibro del
Frosinone”, ha dichiarato in una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport l’ex 9 del Milan,
dove si è soffermato ad elogiare anche due figure chiave di questo Venezia:
Perinetti “Il migliore costruttore di
squadre che conosca” e Tacopina “Un
presidente ideale: ti lascia lavorare senza interferire mai e ti permette di
programmare con il tuo sta”. Facendo poi anche un passo indietro ricordando
quando fu davvero vicino a diventare il nuovo ct dell’Albania dopo l’addio di De
Biasi: “È vero, mi ha lusingato essere al
centro dell’interessamento di una federazione che in questi anni, grazie al
lavoro di De Biasi, ha bruciato le tappe, conquistando la storica
partecipazione alla fase finale dell’Europeo 2016. Ma io ho appena compiuto 44
anni e sono ancora troppo giovane per fare il ct. Ho bisogno di lavorare tutti
i giorni sul campo, con i miei giocatori e con i miei collaboratori, continuando
a studiare, a migliorarmi e a fare esperienza. Auguro a Panucci di cogliere
tutti i successi a cui aspira e che merita”.
Impossibile per Pippo Inzaghi
non parlare anche di Milan: “Sono e resterò per sempre un tifoso
rossonero. Non dimentico tutto ciò che ho ricevuto dalla gente milanista. Il nuovo Milan mi entusiasma: è bello
rivedere San Siro stracolmo di passione e di entusiasmo, com’è accaduto nelle
prime due gare interne dei preliminari di Europa League. La nuova società ha firmato un mercato splendido: il fiore
all’occhiello è Bonucci, un leader, un trascinatore, un campione che ha
carisma, classe, grinta. La gente sta tornando a respirare aria di vittoria e
solo chi ha giocato e ha vinto con questo club sa che cosa voglia dire. Questo
campionato si annuncia più equilibrato rispetto all’ultimo”. Soffermandosi
in particolar modo su un suo pupillo ai tempi della Primavera rossonera che sta
davvero stupendo tutti in maglia rossonera: Patrick Cutrone. “Sono felice
di avere avuto l’intuizione giusta. Quando allenavo la Primavera, facevo
giocare Cutrone anche se era fuori età con ragazzi due anni più grandi di lui:
la sua categoria erano gli Allievi, ma Patrick ha il gol nel sangue. Nessuna ne
ha segnati tanti quanti lui nell’intera storia del settore giovanile rossonero:
110 reti. E vedo che non ha nessuna intenzione di fermarsi. Ha grinta, umiltà,
tenacia. Sa che cosa siano il sacrificio e la volontà di sfondare. Non è facile
per nessuno indossare la maglia rossonera, giocare titolare a San Siro e
segnare davanti a 65 mila spettatori. Cutrone
può arrivare molto lontano, può conquistare la Nazionale: deve continuare a
giocare come sa e ad essere generoso e altruista, a convivere con una notorietà
improvvisa che, certamente, lo lusinga, ma non lo cambia né lo cambierà mai. È questa
la sua forza. Cutrone ha in testa il gol e il Milan”.
Tanti, tantissimi
elogi anche per il fratello Simone, vero e proprio artefice di un capolavoro
con la Lazio, secondo Pippo Inzaghi: “Nel
suo primo campionato intero in serie A è arrivato quinto, ha guadagnato la finale
di Coppa Italia, ha vinto la Supercoppa di Lega battendo la Juve vicecampione
d’Europa e campione d’Italia per la sesta volta consecutiva. Il 13 agosto,
Simone ha firmato un autentico capolavoro per il gioco e per la tattica. Non mi
ha sorpreso e non è l’amore di fratello che mi spinge a dire questo: Simone ha dimostrato di essere uno dei
migliori tecnici della serie A, tanto da meritarsi la conferma. Ora, mi
auguro solo che la Lazio ne assecondi la voglia di rimanere ai massimi livelli,
rafforzandone l’organico. La concorrenza, quest’anno, sarà durissima: il
ritorno di Inter e Milan, la forza assoluta della Juve e dello splendido Napoli
che, superando di slancio il preliminare di Champions League, mi ha esaltato;
le ambizioni della Roma, il 28 maggio seconda a soli quattro punti dalla Juve.
Simone ha ben chiaro quanto sarà difficile ripetersi, ma i tifosi sanno che
Simone è davvero l’allenatore ideale”.
Infine, sul nobile gesto che ha
visto protagonista Pippo Inzaghi a giugno quando, insieme ad Alessandro Servi,
team manager del Venezia, si è messo al volante da Milano Marittima a Foggia per
rispondere alla chiamata di Franco e Lucia, genitori di Angelo Riccio, un
ragazzo gravemente ammalato di neuro bromatosi che sognava di conoscere il
proprio eroe: proprio Pippo Inzaghi. Inzaghi non solo ha raggiunto Foggia, ma
ha fatto visita anche al ragazzo assieme a Lucio Fares, presidente rossonero: “Non ho fatto nulla di eccezionale, ma ciò
che sentivo di fare per Angelo. L’affetto della gente mi riempie d’orgoglio. Il
9 agosto, quando ho compiuto gli anni, sono stato subissato di auguri da ogni
dove. Il Milan e la Juve me li hanno fatti addirittura sui loro siti ufficiali.
Quando dai tutto per la maglia che indossi, la gente non ti dimentica più. E ti
vuol bene davvero”.
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