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Dal latte col cacciucco all’ultimo contratto di Protti: Spinelli e “la Barcarola”, viaggio nel covo del Livorno

Per dare la misura della passione che il popolo livornese ha per il cacciucco, si racconta la seguente storia: una donna del rione di Borgo Cappuccini porta il figlio di poco più di un anno dal medico. Il bambino ha il volto paonazzo. “Gli faccia qualcosa, dottore!” implora la donna. Il medico gli palpa il pancino gonfio, chiede alla madre cosa gli ha fatto bere, “appena mezzo bicchiere di vino” risponde lei. “Ma è impazzita? Del latte gli deve dare!”. “Dottore, mi faccia il piacere, dopo il cacciucco cosa gli do, il latte?”.
E non è un caso se uno dei gadget più inflazionati in città sia il bavaglino da neonato con scritto “Non bevo latte! Mangio cacciucco e tifo Livorno”. Il mix sembra essere obbligatorio da queste parti e lo sanno benissimo anche nel ristorante “La Barcarola”, dove il simpaticissimo Giuseppe Mancini – per tutti Beppino – riceve quasi ogni giorno la visita di calciatori, dirigenti e ex glorie del Livorno.
Ospite fisso è il presidente Spinelli che a tavola ama mantenersi leggero ma non per questo si sottrae alla cucina deliziosa della Barcarola. “Scaramantico come è lui – dice Beppino – vuole accomodarsi sempre nella stessa saletta”. D’altra parte in questo ristorante si è fatta la storia del Livorno. “Protti ha firmato qui il suo ultimo contratto da professionista nel 2002, mentre nel 2013 Spinelli e Nicola firmarono quello che poi fu ribattezzato “il patto del branzino”. Dopo la promozione in Serie A, infatti, il presidente confermò la fiducia all’allenatore al termine di un pranzo a base di pesce”. Ma non è tutto.
Tra le bottiglie esposte in bacheca spicca una di champagne con tanto di gagliardetto del Livorno appeso. “E’ questa la bottiglia che abbiamo aperto in occasione del rinnovo di Nicola e da allora la conserviamo qui come cimelio”.
E prima ancora un’amicizia speciale con l’allenatore Osvaldo Jaconi. “Pensa che quando eravamo chiusi di domenica per il risposo settimanale lui veniva a mangiare a casa nostra”, ricorda Riccardo, il figlio di Beppino, che aggiunge, “ E prima di andare via ci ha lasciato una dedica autografa su uno dei nostri tovaglioli”.
Il cacciucco? Buonissimo, ovviamente, anche se Beppino con la sua grande simpatia si avvicina sempre al tavolo e dice a tutti “Lo so che non è un granché, lascialo pure nel piatto: ci siamo abituati”.

Redazione

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