Haiti, foto di squadra (Credits: Canale Youtube Concacaf)
Haiti torna al Mondiale dopo 52 anni: la formazione allenata da Mignè stacca il pass per la Coppa del mondo del 2026
A distanza di 52 anni dopo l’ultima volta, tutta Haiti è tornata a gioire per la qualificazione al Mondiale del 2026. Decisivo il 2-0 contro il Nicaragua arrivato nella serata di martedì 18 novembre, data destinata a passare alla storia.
Les Grenadiers (i granatieri) hanno chiuso al primo posto il proprio Gruppo C di qualificazioni CONCACAF con 11 punti, tornando sulla scena mondiale per la prima volta dal 1974. E la matematica non era a loro favore, visto che per qualificarsi dovevano vincere e sperare che l’Honduras non battesse il Costa Rica. Difatti, il contemporaneo pareggio 0-0 di San José ha spalancato le porte del Mondiale agli haitiani, che hanno chiuso la pratica Nicaragua (già eliminato) grazie ai gol di Louicius Deedson (FC Dallas) e Ruben Providence (Almere City).
A differenza della storica qualificazione del 1974, l’attuale rosa di Haiti è composta interamente (o quasi) da giocatori cresciuti o nati all’estero da genitori haitiani. Il tecnico francese Sébastien Migné è riuscito a convincere anche giocatori di top club europei. Ne sono un esempio il centrocampista del Wolverhampton Jean-Ricner Bellegarde, l’esterno Josue Casimir dell’Auxerre o il difensore centrale del Burnley Hannes Delcroix. Tra i protagonisti spiccano poi Frantzdy Pierrot dell’AEK Atene, autore del gol decisivo contro il Costa Rica e Duckens Nazon (gioca in Iran all’Esteghlal FC), il miglior marcatore nella storia della nazionale con oltre 40 reti.
Una qualificazione centrata interamente lontano da casa, visto che tutte le gare interne si sono svolte con Curaçao come base temporanea. Questo perché lo Stade Sylvio Cator, lo stadio nazionale storico di Port-au-Prince (capitale di Haiti), è stato occupato dalle gang nel marzo 2024, con la federazione haitiana che ha confermato di aver perso il possesso della struttura. Questo ha costretto Les Grenadiers a giocare tutte le partite casalinghe in trasferta, senza però avere ripercussioni sui risultati.
L’ultima apparizione di Haiti ai Mondiali risale come detto al 1974 in Germania Occidentale. In quell’occasione la nazionale subì 14 gol in 3 gare: 3 contro l’Italia, 7 dalla Polonia e 4 dall’Argentina. Proprio contro gli Azzurri, nella sfida del 15 giugno giocata a Monaco di Baviera, Emmanuel Sanon segnò un gol storico. Quello che interruppe l’incredibile record di imbattibilità del portiere Dino Zoff, durato 1.143 minuti. Al 46° minuto (inizio secondo tempo), l’allora ventitreenne che giocava per il Don Bosco di Pétionville saltò Spinosi e batté Zoff, portando Haiti in vantaggio. In patria scoppiò la festa, con l’Italia che poi rimontò vincendo 3-1 con gol di Rivera, Benetti e Anastasi.
Quando Sanon venne a mancare nel 2008 all’età di 56 anni, il suo funerale si tenne allo stadio Sylvio Cator con decine di migliaia di presenti e fu trasmesso in diretta nazionale. Un giocatore leggendario, che in quel Mondiale segnò anche all’Argentina nella sconfitta per 4-1 che costò la prematura eliminazione.
Una curiosità lega Italia e Haiti anche in epoca moderna: l’11 giugno 2013, in un’amichevole disputata a Rio de Janeiro prima della Confederations Cup, le due nazionali pareggiarono 2-2 con una clamorosa rimonta haitiana. L’Italia dell’allora c.t. Cesare Prandelli passò in vantaggio con Giaccherini dopo appena 19 secondi (nuovo record di gol più veloce della nazionale italiana) e raddoppiò con Marchisio al 72′ minuto. Negli ultimi sei minuti però, Haiti compì l’impresa con Saurel e Peguero, gelando gli azzurri.
Una partita ricordata anche su Internet a causa di un divertente errore commesso dalla Rai. Dopo il gol di Giaccherini, la sovraimpressione con il risultato mostrò “Pepepepepe 1 – Quaquauquaqua 0” invece di Italia-Haiti. Sbaglio che divenne virale sui social network e simboleggiò una serataccia per gli Azzurri. Oggi, Haiti può gioire ancora. E 52 anni dopo, proverà a scrivere ancora pagine di storia e di calcio.
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