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Da plusvalenza a patrimonio: Nicolò Zaniolo si è preso la Roma

L’Olimpico in piedi, tutto. Ad applaudire un ragazzo di 19 anni alla quinta presenza in Serie A, la seconda da titolare. Nicolò Zaniolo si è preso la Roma, proprio contro la “sua” Inter. La società che questa estate ha preferito “sacrificare” il cartellino del gioiellino della Primavera, per raggiungere quel Nainggolan richiesto a gran voce da Luciano Spalletti. Scelte di mercato. Così si chiamano. Giuste? Sbagliate? Sicuramente scelte che hanno soddisfatto entrambe le parti. Brava la Roma a scegliere Zaniolo e ora si coccola il suo gioiellino.


“Sembra un veterano, gioca con semplicità, facilità. Sta dimostrando il proprio valore e piano piano sta trovando sempre più fiducia. Esplosivo, forza, tecnica. Ha tutti i mezzi per diventare un gran giocatore”.
Parola di Francesco Totti, uno che di trequartisti se ne intende. Un’investitura in piena regola. Senza spada sulle spalle però, solo parole, dette a bassa voce: “Meglio che non le senta, perché se cambia rotta poi è colpa mia”. Parole, consigli e incoraggiamenti. Totti come Di Francesco, che al momento del cambio ha accompagnato tutto il cammino del numero 22 verso la panchina. Schiena abbassata a cercare il suo sguardo stremato, poi parole. Tante, continue, anche con la palla in gioco. Complimenti sinceri per una prestazione da applausi, conclusa con un buffetto. “Bravo Nicolò”, in quel “cinque” c’è tutta la soddisfazione dell’allenatore giallorosso. Sfrontato nel lanciarlo titolare al Bernabeu, coraggioso nel dargli sempre più fiducia in questa Roma baby.

L’uomo plusvalenza che diventa patrimonio. Gioiello da smussare, formare e mostrare orgogliosi. Un lavoro che sembra praticamente concluso dopo soli quattro mesi. A Trigoria hanno 4,5 milioni di motivi per essere felici. Ad Appiano dopo la partita di stasera forse un po’ meno. Nainggolan profilo da “instant team”, Zaniolo giovane da “future team”. La ragione? Risponde Spalletti: “E’ entrato dentro un’operazione, con altri giocatori, con dei costi. Mi fa piacere abbia giocato bene questa sera. Ma solo all’ultimo si vedrà dove si arriverà”. Scelte, è tutto un fatto di scelte.

Marco Juric

Aspirante scriba, si avvicina al calcio giocato grazie alla chioma fluente di Giovanni Cervone. Folgorato dalla prima autobiografia di Roy Keane, non si innamora del Manchester United, ma del Nottingham Forest. Dopo i primi trent’anni di osservazione partecipante, ha deciso di passare gli altri trenta che gli rimangono a scriverne.

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