Dicono di lui: “Luis Alberto ci ha trascinato, è come se l’avessimo acquistato da poco!”. E ribadiscono: “Luis Alberto è forte, gioca sicuro, non perde palloni”. Parola d’ordine? Fiducia: “Può coprire più ruoli, è un’ottima risorsa”. Questione di tattica, di schemi: 3-5-2 col mediano basso. Ultimo must di casa Lazio perseguito da Inzaghi fin dal primo giorno: “Ripartiamo da qui”. Via Biglia, dentro Leiva e Di Gennaro. Due che giocano da play (anche se con caratteristiche diverse). E Luis? Che fa? “Lavoro per una grande stagione”. Poche parole, lui è così. Ama il Padel, i film e le “patatine fritte con le uova (leggi qui)“. Toglietegli tutto ma non la famiglia: “Senza Patricia non saprei come fare!”. Ah, nemmeno Siviglia e l’Andalusia. Cadice in primis. Luis Alberto è tutto questo, ma anche molto di più: trequartista di talento, esterno e ora… regista. L’ultima scoperta della Lazio. Chiavi in mano e sicurezza per un (nuovo) ruolo tutto da scoprire. “Ma come? Non gioca Leiva?”. Per adesso no. Inzaghi ci crede, idee di gioco in mano a Luis Alberto, specie negli ultimi test contro Spal e Bayer. Ha convinto tutti. Ciak, si gira: il dopo-Biglia è “fatto in casa”.
Premessa: non sarà titolare, giocherà Leiva, ma intriga. Stupisce: da 7 in pagella contro il Bayer nell’ultima amichevole (3-1, doppietta di Immobile e guizzo di Anderson). Qualità in primis. Anche visione, tecnica, uno style of play del tutto particolare, di chi gioca a testa alta e vede i compagni. Rapidità di pensiero. Difetti? Un paio: difensivamente non è Biglia, non offre una copertura a 360 gradi, da tuttocampista. Almeno non ancora. L’argentino era il faro, la guida, si abbassava al livello dei centrali per prendere il pallone e ragionare. Luis Alberto verticalizza e inventa subito, gioca come se fosse ancora un trequartista puro. Ha altri tempi, altri ritmi. Pensa più ad offendere e rincorre poco l’avversario. Dovrà lavorare (molto) sull’interdizione, ma ci può stare. L’anno scorso, almeno tatticamente, era quasi incollocabile: ora sembra aver trovato il ruolo giusto grazie a Inzaghi. E a 24 anni (classe ’92). Chiamatela scommessa: Luis Alberto regista. E suona pure
strano: lo spagnolo, infatti, arrivò l’estate scorsa per rimpiazzare Antonio
Candreva: “Sostituirlo non sarà un problema”. Scarsi risultati: 10
presenze, un solo gol (contro il Genoa). Opaco. Anche autocritico: “E’ stato
difficile per me, sono arrivato l’ultimo giorno di mercato e ho avuto
qualche problema. Ora voglio giocare”. E se gli chiedono di agire più
arretrato lui lo fa, senza problemi. Sulla scia di Biglia, Pirlo,
Verratti e di un ruolo ormai in disuso, sacrificato per logiche di gioco
(e di tattica). Metamorfosi e cambiamenti. Head-to-head con l’amico Lucas Leiva –
ex compagno ai tempi del Liverpool – preso proprio per quel ruolo lì,
mediano basso. Stili differenti, garantisce Luis Alberto: “Leiva
difende da 10″. Lui un po’ meno, ma lì davanti non si discute. Si è visto contro il Bayer, si vedrà ancora perché Inzaghi ci crede. Ciak, la Lazio… gira: regia a Luis Alberto.
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