E pensare che Giuseppe Di Bari il direttore sportivo non doveva nemmeno farlo. Certamente sapeva che in questo mondo ci sarebbe ritornato, anche una volta riposti gli scarpini in uno degli scaffali di casa sua, a Manfredonia. Era partito proprio da qui, quindicenne, alla volta di Milano: un provino andato male con l’Inter, per poi dover tornare a casa e diplomarsi in ragioneria, tra un allenamento e l’altro. L’inizio del calcio vero, quello di Zemanlandia: un paio di centinaia di presenze tra la Serie B e la Serie A, segnate dall’esperienza al fianco di Zdenek Zeman, che gli ha probabilmente cambiato la vita.
E allora niente matita, righello e calcolatrice da ragioniere, sì all’agenda e allo smartphone del dirigente sportivo. Ma non da subito..:”All’inizio avevo in mente di fare l’agente di calciatori – racconta lo stesso Di Bari in esclusiva a Gianlucadimarzio.com – perché inizialmente era un aspetto che mi aveva entusiasmato“. E tra un viaggio di scouting e l’altro, nel maggio del 2011 arriva il primo passo per il Giuseppe Di Bari che sarà: ecco il diploma a Coverciano come direttore sportivo al fianco di gente come Frederic Massara, direttore sportivo della Roma, e di Cristiano Giuntoli, direttore sportivo del Napoli.
Napoli che fa rima con sole, mare, un pò come a Sorrento dove la seconda carriera di Di Bari ha avuto inizio: “Ho cominciato nella stagione 2008/09, facendo il consulente di mercato per il Sorrento. E’stata un’esperienza positiva, anche perché abbiamo messo in bacheca la Coppa Italia di Lega Pro: posso dirne di averne vinte ben due”. La seconda in rossonero, una stagione fa. In finale il Foggia – guidato allora da Roberto De Zerbi – stende il Cittadella, dopo aver faticato in semifinale con il Siena. Dopo il 5-2 del Franchi, è 6-1 rossonero allo Zaccheria: era l’8 marzo del 2016, esattamente un anno prima dell’incredibile 6-1 del Barça sul Psg: “Ho visto la partita e ho pensato a quanto siano importanti certi tipi di tifoserie e certi stadi. Lo Zac – come lo chiama Di Bari – aiuta tanto, è come se desse una marcia in più. Il Foggia praticamente gioca in 12, questo stadio ti trasporta, è favoloso”. E intanto i rossoneri, a dieci match dalla fine, guardano tutti dall’alto: “Cerco di mantenere un profilo piuttosto basso. E’ nella mia natura non esaltarmi quando le cose vanno bene e non deprimermi quando vanno male. Sono contento del gruppo, sono contento per la società, ma non si è ancora fatto niente, è ancora tutta da conquistare questa Serie B. Una Serie B sfumata sul più bello a giugno, le frizioni con De Zerbi e l’arrivo di Giovanni Stroppa. E’ stata un’estate complicata per il Foggia, alle prese pure con lo scetticismo generale di non credeva nel nuovo allenatore: “Sono felice per Stroppa, è un allenatore competente, valido, preparato e molto serio. Una persona veramente umile”. Un arrivo importante quello di Stroppa, proprio come quello di Giuseppe Colucci, direttore generale rossonero dalla scorsa estate e figura di spicco all’interno dell’organigramma societario: “C’è una grande sinergia tra me e Beppe Colucci – spiega Di Bari – perché è foggiano e conosce bene l’ambiente. Volevamo un’altra persona che portasse altra “foggianità” in squadra, considerati i feeling con la famiglia Sannella e la famiglia Curci. E’stato un ingresso importante, una persona di grandi valori”.
Di Bari & Colucci, Colucci & Di Bari quindi: premiata ditta a cui va l’oscar del mercato invernale, che potrebbe decidere la corsa verso la B. Ma non ditelo a Di Bari, la cui parola d’ordine resta “umiltà”: “Sono ancora alle prime armi, sto tentando di fare il direttore sportivo. Lo faccio seriamente da 3/4 anni, quindi ho ancora tanto da imparare. Siamo contenti per il mercato invernale e i risultati ci stanno ripagando. Deli e Di Piazza, come gli altri acquisti, sono state operazioni importanti. Sai, quando chiama il Foggia è difficile che un calciatore non voglia venire a giocare qui. A volte ci possono essere intoppi con le società, semplicemente perché non è facile sbloccare le trattative, ma i calciatori sono sempre disposti a venire qui”.
Chi è già venuto a Foggia, invece, è stato il Matera di Gaetano Auteri, sconfitto per 3-1 ormai una decina di giorni fa: “Non me lo aspettavo questo calo da parte loro, sono sincero. Ma ci daranno filo da torcere come tutte le altre squadre”. Anche se la sfida per il primo posto sembra essere con il Lecce di Pasquale Padalino, un’altra delle scommesse vinte da Giuseppe Di Bari: “Siamo molto amici, lo sento spesso, il Lecce è un osso duro, sarà tosta.
Che la spunti Padalino o che la spunti il Foggia, a vincere sarà ancora una volta Giuseppe Di Bari, lui sì, che – in Lega Pro – non sbaglia mai.
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