Una doppietta nello spareggio contro lo Spezia per regalare la salvezza al Verona, dopo i 3 gol segnati da gennaio che avevano contribuito alla rincorsa dei gialloblù con 7 punti in classifica. Ci ha messo pochissimo Cyril Ngonge ad entrare nel cuore dei tifosi dell’Hellas Verona. Il belga, d’altronde, è sempre stato abituato a bruciare le tappe, come ci ha raccontato il padre Michel ai microfoni di gianlucadimarzio.com: “Aveva una psicomotricità pazzesca, a nove mesi già camminava…”.
Di solito i neonati cominciano a camminare con le proprie gambe attorno al primo anno vita. Il calcio, invece, era già nel suo DNA: il papà, infatti, è stato un ex calciatore professionista che ha giocato anche in Premier League con il Watford a fine anni Novanta: “Da piccolo Cyril dormiva con un pallone e ogni volta che passavamo per un negozio e dove comprargliene uno. Non riusciva a stare senza: mi svegliava di prima mattina per andare in giardino a giocare”.
Precocità che l’ha portato ad entrare a sei anni nelle giovanili dell’Anderlecht: “Ci è rimasto fino ai 14, poi un direttore sportivo della squadra ci disse che non era pronto per giocare titolare. Appena lo ha saputo il Club Brugge non ha esitato a chiamarci per tesserarlo”. Nemmeno adolescente che Ngonge è già passato dalle giovanili dei due club più importanti del Belgio: “La nostra casa non era vicini ai campi del Brugge così è andato a vivere nelle loro strutture. Tutti i bambini a quell’età hanno ancora bisogno dei genitori e delle volte rimpiango di aver fatto questa scelta ma dopo vedo quello che è diventato oggi sono felice”. Sforzi ripagati visto che dopo la trafila delle giovanili, dove ha giocato anche con De Ketelare, l’esordio con la prima squadra arriva prima in campionato contro lo Standard Liegi e poi in Champions League contro l’Atletico Madrid: “Tre esterni d’attacco si erano infortunati e l’allenatore decise di mettere lui in campo in quel ruolo. Lui non ci aveva mai giocato prima ma quando sei così giovane ed hai un’opportunità del genere non discuti”.
Sì, perché Cyril è una mezza punta e il suo primo trasferimento in carriera è verso l’Olanda, nel Jong PSV: “Qui ha conosciuto Noni Madueke. Sono grandi amici. Lui oggi ha fatto un grande passo al Chelsea: una motivazione in più per Cyril”. E infatti, alle prime 2 gare da titolare in Serie A sono arrivate 2 reti, contro Lazio e Salernitana.
Tutto e subito. O quasi. Prima l’Eredivisie con il Waalwijk e il Groningen dove viene premiato per la miglior rete del campionato 2021/22 e poi l’esclusione dalla squadra per motivi disciplinari.
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Una cosa da niente, ma che ha comunque svoltato il suo percorso: “Giocava poco, ha ricevuto anche altre offerte ma la Serie A era qualcosa di completamente nuovo. Poi ha videochiamato anche Sofyan Amrabat, suo ex compagno al Brugge, per sapere di più sul Verona ed ha avuto solo commenti positivi”. Così come le sensazioni dei primi giorni in Italia. Non solo le reti decisive: “Mi diceva che c’erano 15 gradi, ha preso un appartamento in centro e si sente come se fosse a casa. Ora prende lezioni di italiano con la speranza che in mesi possa aver imparato”. Oltre alla lingua, l’obiettivo raggiunto è quello della salvezza, anche per rinnovare altri due anni. I gialloblù, grazie anche a Cyril Ngonge hanno fatto l’impresa.
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