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Crotone, Nicola: “Alla salvezza ci si arriva senza deprimersi. Il Torino? Un giorno sogno di allenarlo”

L’anno scorso una rimonta storica, quest’anno un avvio positivo, utile per continuare a perseguire l’obiettivo salvezza. Periodo positivo per il Crotone che, guidato dall’inesauribile Nicola, continua a stupire per sacrificio e voglia di lavorare: “Tatticamente siamo dei camaleonti, dobbiamo farlo per adattarci all’avversario e cercare di fregarlo” le parole di Nicola in esclusiva a Tuttosport. “E’ la nostra caratteristica fondamentale. Il nostro modulo di riferimento nella fase difensiva è il 4-4-2, mentre in fase di possesso lo sviluppo del gioco prevede sia il 3-5-2 sia il 4-3-3. Sono le idee a dover fare la differenza. Sperimentiamo molto, noi. E in questa stagione dovremo diventare ancor più camaleonti, visto che tra noi e quasi tutti gli avversari c’è un gap. Tutto questo lo vedrete anche domenica, con il Toro. L’anno scorso per tutto il girone di andata le espressioni dei miei giocatori oscillavano tra un misto di sorpresa e di dubbi. Quasi nessuno conosceva la A. Ora invece c’è maggiore consapevolezza. L’esperienza aiuta. Ma già sappiamo che la nostra battaglia durerà tutto l’anno. L’ho subito detto ai giocatori. Non dovremo mai alzare la testa e crederci arrivati. Inseguiamo la continuità. E l’equilibrio mentale. Alla salvezza ci arrivi senza mai illuderti o deprimerti. Ecco quale dovrà essere la nostra forza”

Si parla poi della partita di domenica contro il Torino: Se corri molto di più degli avversari, quasi sempre è perché devi inseguirli. L’importante è correre nel modo giusto. Il Toro corre meno anche perché ha molta più qualità come giocatori, difatti usano molto il possesso palla. Noi dobbiamo metterci quantità e qualità. Domenica, a tratti sarà una partita a scacchi, a tratti una battaglia con maggiore furore agonistico. Ci saranno entrambe le cose, è fisiologico, e noi dovremo saper alternare le strategie. Di solito le partite cambiano pelle di quarto d’ora in quarto d’ora. La chiave sarà concretizzare le occasioni. Ai miei giocatori ho già spiegato che ci saranno dei momenti in cui dovremo difenderci anche in 11 e altre fasi in cui invece proporremo un bel pressing alto. Noi, a differenza del Torino, non possiamo permetterci un prolungato possesso palla. Dobbiamo sfruttare altre doti: i passaggi chiave. Quelli che servono per conquistare metri e superiorità numerica. Belotti è un ottimo attaccante, ma il Torino ha la possibilità di sopperire a qualsiasi assenza. E’ nel lungo periodo che si potrà capire la reale incidenza della sua assenza. E poi, quando manca un punto di riferimento, spesso si scoprono altre risorse, in panchina”. Cairo? “Ci incrociammo nel tunnel, ci salutammo cordialmente come sempre. Io ho nel cuore la promozione del 2006 e lui è sempre un signore”. Si parlò molto di lei al Toro tra maggio e giugno, quando non c’erano certezze sulla permanenza di Mihajlovic. “Che stimo molto. E’ un ottimo allenatore. Ha carisma, fa giocar bene le squadre, il Toro con lui ha una guida forte. Ho letto le sue interviste, è assolutamente convinto di dover raggiungere l’Europa. Spero per lui e il Toro che ce la faccia”.

“Sono sincero, mi auguro di poter allenarlo, un giorno. Ne sarei estremamente lusingato. Ma ora la faccio io, una domanda: quale allenatore non sarebbe felice di guidare il Toro? Io sono un professionista e divento sempre il primo tifoso delle squadre che alleno. E voglio arrivare a grandi livelli, migliorare. Intanto sono felicemente a Crotone. Al fianco di una società seria, molto competente, che continua a crescere: prova ne sia anche la realizzazione del nuovo centro sportivo. Il nuovo dg Raffaele Vrenna è giovane, ha belle idee. Ho bravi giocatori che mi seguono e io ho fiducia in loro. Penso anche ai tifosi. E’ un ambiente ideale”.

Redazione

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