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Crotone, il racconto di una notte da A: la musica di Rino, i retroscena di Ursino, quei brindisi commossi di Juric

La dolce prima volta del Crotone in Serie A meritava una notte così. Tutta da incorniciare: selfie, video, Snapchat. Istantanee da salvare sullo smartphone per farle rivedere un giorno ai nipoti. “Fammi andare in camera a prendere il caricabatterie che ho il telefono morto” grida Ricci a Delgado. Uno che quest’anno il campo non lo ha mai visto ma è il primo a festeggiare: maglia di Suarez, bandana, musica e quella fascia al braccio perché per una volta “il capitano sono io, il capitano dei festeggiamenti“. Le pile dello stereo non si esauriscono mai, la musica che (non) ti aspetti per festeggiare una Serie A che è già storia: Rino Gaetano accompagna una notte che sembra non finire mai, colonna sonora di tutta una stagione che non li lascia soli neppure nell’hotel di Modena in cui il tempo sembra fermarsi. “A mano A mano” canta il Crotone, con la A bella grande che diventa un palloncino lanciato in aria da Juric. Condottiero in campo, direttore d’orchestra di una cena dove finisce la voce prima del cibo. Ivan i suoi ragazzi se li guarda da quell’angolo della sala tutto suo: tavolo rotondo, occhi lucidi, sguardo finalmente rilassato. Ecco perché per qualche ora le sigarette possono pure aspettare. Ha creato un sogno, “cin cin” da condividere col ds Ursino lì al suo fianco. Quello che prendevano per pazzo quando diceva di aver costruito un Crotone da Serie A, convinto che l’arma in più fosse proprio quella in panchina. E poi il gruppo: affamati, di belle speranze o in cerca di riscatto, “professionisti“, pure chi ha giocato poco o non l’ha proprio fatto. Ursino orgoglioso dei suoi ragazzi sì, per una notte possono anche saltare regole e coprifuochi. Tanto poi in città “sarà il finimondo”, perché “può nascere un fiore in mezzo al giardino”.

Ti aspetti magari una torta speciale e invece no, per scaramanzia niente dolci preparati. Birra e champagne non mancano però, non ci sarebbero i tamburi per accompagnare la festa ma i vassoi e le posate diventano presto sostituti perfetti. È festa per tutti, c’è un coro per ognuno di loro. Ed inizia sempre da Cordaz, come le azioni del Crotone che vola in Serie A (anche) grazie ai gol di Budimir. Uno che si fa massaggiare anche a tavola, alle mani del “Mago” non rinuncia neppure in una notte così. Lui, (s)conosciuto eroe che è già nella storia. Astemio (dicono), lui conferma. “Ante ma quella birra?“, “Eh per una sera poco poco ci può stare“. Poi cala il silenzio, tutto all’improvviso. “Sha la la la la, Crotone alè” piano piano. Poi sempre più forte, poi boato assordante anche se l’orologio dice 2.35. E gli altri ospiti? “Saranno felici, la racconteranno una notte così” dice il direttore dell’hotel. E allora poco importa se la sala diventa una curva, per una notte così va tutto bene. Per una notte vale tutto: può bere un astemio, può rilassarsi Juric, può commuoversi un ds. Perché il sogno e realtà, perché il Crotone è in Serie A. Una favola “a mano a mano“, col cielo di Modena che oltre le stelle, per qualche ora, è sempre più blu.

Redazione

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