Lo smacco più grande per l’Atletico Madrid e i suoi tifosi. Anzi, incubo! Nel giorno dell’ultimo derby al Vicente Calderon è arrivata la sconfitta. “La nostra eredità sarà eterna”, recitava il Fondo Sur, cuore pulsante del tifo Colchoneros. Ma l’ultimo saluto l’ha voluto dare lui, la bandiera del Real Madrid: Cristiano Ronaldo. Non una, ma tre volte. Tripletta, ritorno alla vittoria in casa dell’Atletico ed ennesima firma indelebile in questo magico 2016. Risaliva al febbraio del 2014 l’ultima vittoria al Calderon dei Blancos e anche lì un solo marcatore. Cristiano Ronaldo, Cristiano Ronaldo. E a fine anno? Che domande, terzo Pallone d’Oro.
Un finale di stagione sempre più in ascesa. La scelta dei
palcoscenici dove esibire la propria grandezza è sempre più ricercata. Oggi, tre
gol al Calderon per ribadire la sua forza al mondo intero. A luglio, la
vittoria dell’Europeo con il suo Portogallo. Il raggiungimento del traguardo
sempre sognato. “Uno dei momenti più importanti della mia vita”. Parola del
capitano, nello spogliatoio di Saint-Denis. Il video di ringraziamento di CR7 a
tutti i compagni di squadra subito dopo la vittoria del massimo trofeo Europeo,
oggi ha fatto il giro del mondo. Leader in patria e al Real Madrid. Ma anche
ragazzo di Funchal diventato uomo. Realizzato, ma non appagato. Perchè ora c’è da vincere il quarto Pallone d’Oro, per riaccendere la sfida eterna con il ragazzo di Rosario, che, almeno in Argentina, ancora studia per diventare leader.
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