Categories: Interviste e Storie

Cristiano Ronaldo come Chagall: un sogno onirico dipinto su tela

Cristiano Ronaldo alla Juve è un quadro di Chagall, un sogno dipinto su tela. Un viaggio onirico che poi diventa realtà, un cammino nel fantastico realizzato a colori. Ovviamente anche da lui e fin dai tempi dello Sporting, quando veniva preso in giro dai compagni per la sua presunzione, la sua superbia, il suo io. Perfino per il suo accento da isolano: “Sarò il migliore”. Sentenza da Cassazione. Stavolta il migliore arriva in Italia e siamo tutti svegli. Niente più sogni giustificati.

Un sogno lucido dai toni accesi. Vanilla Sky. Cristiano Ronaldo alla Juve, inoltre, è la “finestra su Parigi” dipinta da Chagall, un occhio diverso sul mondo, un gatto sulla ringhiera, dei dettagli. La consapevolezza che anche i sogni più nascosti diventano bei quadri. Basta crederci. Chagall lo capì tanti anni fa, nella sua Russia, dopo notti insonne. Sognava cose strane, iniziò a dipingerle, è diventato un simbolo. Ha viaggiato con la mente e col pennello, realizzando capolavori unici. Andrea Agnelli, invece, forse l’ha sempre saputo: “Bisogna avere pazienza, tra 5 anni la Juventus potrà permettersi di comprare uno come Ronaldo”.

Programmazione, progetto, marketing. E ancora: fame, mentalità, ricavi. Perché la Juve, oltre a CR7, compra tutto quel che ne consegue, soprattutto a livello economico. Acquista un’azienda, un marchio, un’icona social da 300 milioni di seguaci. Un brand. E lancia un messaggio: il nostro calcio non è morto. Batte un colpo, risponde presente e annuncia Cristiano, proprio nell’anno in cui non siamo ai Mondiali.

Arriva in Serie A uno dei due calciatori più forti del mondo, macchina da gol e re di Coppe. Di Champions League. Ne ha vinte 5 e non ha ancora finito, guai a dirglielo. 33enne con l’età biologia di 26: “Giocherò fino a 41 anni”. Forse più. Un ragazzo maniacale ed ossessivo, cultore del dettaglio e della vittoria. Ping-pong, tennis, freccette e biliardo: lui vuole sempre arrivare primo. Perfezionista. Cristiano Ronaldo ha coltivato il suo sogno onirico fin dai tempi di Madeira, quando lo chiamavano il “Piagnone” perché voleva sempre la palla. Giocava in strade dissestate, su e giù nella sua isola, non ha mai sopportato la sua povertà, tant’è che ha fatto demolire la sua vecchia casa. E pensare che mamma Dolores voleva abortire: “Fu una gravidanza inattesa”. Il dottore si oppose, lei ci ripensò. Il calcio ha già ringraziato. I bianconeri, più svegli che mai, l’hanno fatto oggi. C’era un sogno, era un cristallo, basta sussurrarlo per infrangerlo del tutto. È diventato un diamante. La Juventus ha cambiato la storia. Quel sogno, quello di Chagall, quello di Andrea Agnelli, era Cristiano Ronaldo. Finalmente sarà un dipinto.

Francesco Pietrella

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