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Cristiano Piccini si ritira: “Chiudo un capitolo che ha segnato tutta la mia vita”

 

Cristiano Piccini – IMAGO

Cristiano Piccini si ritira dal calcio giocato e, per annunciarlo, scrive una lettera a sé stesso sul suo profilo Instagram.

All’età di 32 anni Cristiano Piccini si ritira dal calcio giocato. 

Con un totale di 361 presenze, 16 reti e 12 assist il classe 1992 dice addio a uno sport che lo ha accompagnato per gran parte della sua vita.

Dalla crescita nello Sporting Arno alle esperienze con Fiorentina, Sporting, Valencia, Sampdoria e Atalanta.

Di seguito le sue parole in una lettera scritta a lui stesso.

La lettera di Piccini

“Caro Cristiano, ti scrivo da lontano. Da un tempo che tu, adesso, non riesci nemmeno a immaginare. Ti scrivo da spogliatoi che sanno di gloria e di lacrime, da stadi pieni che ti hanno fatto tremare le gambe e da camere d’hotel dove ti sei sentito più solo che mai. Sono il te stesso di oggi. E ho tante cose da dirti. Ti ricordi quando tiravi calci al muro, al campetto dietro casa, convinto che bastasse sognare forte per arrivare in alto? Non avevi niente, se non un pallone e un cuore che batteva per il calcio. Non sapevi quanto sarebbe stato difficile. Eppure non hai mai mollato. Bravo. Volevo dirti che ce l’hai fatta.

Hai indossato le maglie che da bambino vedevi solo in televisioneviaggiato il mondo, imparato cinque lingue. Hai vissuto in città che nemmeno sapevi pronunciare. E sì, hai realizzato il tuo sogno più grande: indossare la maglia della Nazionale. Ma non è stata tutta gloria. C’è stato il lato che non ti hanno raccontato. Quello che non vedi nei sogni di un bambino. Ti spezzerai. Letteralmente. Il tuo ginocchio destro ti farà conoscere l’inferno. Sarai a un passo dal mollare tutto. Vedrai compagni passarti davanti, contratti svanire, porte chiudersi”.

“Oggi sei un uomo”

“Ma sai che c’è? Ti rialzerai. Sempre. Imparerai che il calcio non è solo dribbling e applausi. È anche depressione, solitudine, valigie sempre pronte. È essere un numero per chi ti paga e un simbolo per chi ti ama. Ma soprattutto imparerai che la vita è molto di più di una carriera. Scoprirai l’amore vero. Diventerai padre di due bambini che ti guarderanno come tu guardavi i tuoi idoli. E capirai che il successo più grande non è un trofeo, ma tornare a casa la sera e sentire che, nonostante tutto, sei il loro eroe. Oggi non sei più il ragazzino che credeva di essere invincibile. Sei un uomo. Hai le cicatrici, sì. Ma sono quelle che ti rendono vero. Sono quelle che raccontano la tua storia. E se posso dirti una sola cosa, piccolo mio, è questa: non smettere mai di crederci. Anche quando ti dicono che è finita. Anche quando ti senti perso. Perché ogni volta che sei caduto, è stato solo per imparare a rialzarti più forte. Ti voglio bene. Con orgoglio, Cristiano”.

Alessandro Neve

Classe 2003, amante dello sport. Un po' di più del calcio, che ho iniziato a sentire mio fin da piccolino collezionando "disperatamente" le figurine Panini. Oggi studio mediazione linguistica con specializzazione in Sport Management e l'aspirazione di raccontare il pallone è sempre quella di quel bambino

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