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La maturità della Cremonese

58esimo secondo. 95esimo minuto. Per comprendere il senso e l’essenza della Cremonese si può fare riferimento a questi due momenti della partita contro il Modena. Significativo ed esemplificativi. Il motivo? Perché sono le immagini perfette per apprezzarne e capirne forza e mentalità. Da una parte, la voglia di un gruppo di difendere la propria parte. Dall’altra, la caparbietà e l’intelligenza nel cercare e trovare un gol in pieno di recupero. Difesa e attacco, squadra.

Dal primo minuto all’ultimo, un cerchio che si chiude. All’interno di quel cerchio vi è il racconto di chi è la Cremonese e della grandezza del suo percorso e della sua rinascita. Contro il Palermo la rimonta in 10 uomini. Già, in 10 uomini proprio come nella vittoria contro il Modena. Segnali chiari della solidità mentale di questa squadra. Il percorso è tracciato, il sogno è la Serie A.

Inizio e fine

Passano pochi secondi, non si raggiunge neanche il primo minuto. Ripartenza del Modena che va vicino al gol. A impedirlo la respinta di Jungdal prima e poi di Antov quasi sulla linea di porta. A impressionare è l’atteggiamento e la rabbia con cui la porta viene difesa. Una immagine che è simbolo della solidità della squadra. Forza mentale che è l’elemento su cui si è costruito tutto questo percorso. Un cammino iniziato con le difficoltà del primo periodo e poi rivoluzionato con l’arrivo di Stroppa. L’ex Monza ha forgiato il carattere di questo gruppo. Un gruppo consapevole di chi è e cosa vuole ottenere. Una squadra matura in grado di gestire i momenti della stagione e delle partite. 

Consapevolezza

Ed è nel concetto di gestione che si comprende la maturità raggiunta dai giocatori di Stroppa. Il pareggio contro il Palermo e la vittoria contro il Modena ne sono l’esempio. Nella prima un pareggio conquistato in inferiorità numerica recuperando le due reti dei rosanero. Nella seconda tre punti raggiunti all’ultimo minuto sempre in 10 uomini. Un risultato salvato al primo minuto, un successo conquistato negli ultimi secondi: un cerchio che si chiude. E in quel cerchio ci sono le immagini di una squadra che ha imparato a soffrire. Un gruppo di giocatori che Stroppa ha saputo guidare e formare nella consapevolezza della loro forza e nel comprendere che le stagioni, così come le partite, sono fatti di momenti. E la forza e la maturità di una squadra sta nel saper capire quei momenti. Come in quell’ultimo minuto quando il colpo di testa di Bianchetti ha regalato il secondo posto solitario in classifica. Un posto con vista Serie B.

Nicolò Franceschin

Nato nel 1997 tra Milano, Como e Lecco. Laureato in Giurisprudenza, ma ai codici ho preferito una penna. Cresciuto con Maradona (il calcio), ma anche Ronaldinho e Sneijder. Il fascino del numero 10. Credo nella forza delle parole. Verità e narrazione. In giro in macchina per stadi, campi e strade alla ricerca di nuovi colori da scrivere, perché ognuno ha una sua sfumatura. Le note del telefono che si riempiono di storie, alcune il cui finale è ancora tutto da scrivere. Una di queste è la mia. Raccontare emozioni e dare voce a chi non ce l’ha.

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