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Esperienza e carattere, è mentalità Cremonese

Due gol recuperati in inferiorità numerica contro il Palermo nel giro di 60 secondi. Sufficiente no? Basta poco per comprendere la prova e la forza della Cremonese e del suo essere squadra. Una rimonta che per modalità, avversario, importanza è una delle immagini più fedeli del cambiamento per certi versi radicale che c’è stato dall’arrivo di Stroppa sulla panchina dei lombardi. Una squadra che riesce a essere squadra, nonostante un periodo in cui la vittoria manca da tre partite.

Perché i campionati sono fatti di momenti e in alcuni bisogna saper attendere. Attendere, compattarsi e preparare la risalita. Dopo Reggio Emilia, la Cremonese costruisce un’altra rimonta. E lo fa ancora una volta con il suo uomo simbolo. Il giocatore che è stato preso per questo. Per essere decisivo, Massimo Coda.

Le immagini della partita

Ancora voi, ma non dovevamo vederci più? Brunori, Ranocchia, Coda. A Cremona e a Palermo i nomi sono quelli, da settimane. Protagonisti indiscussi della cavalcata verso il sogno chiamato Serie A di Palermo e Cremonese. 15 i minuti per smuovere l’equilibrio del big match. Check al Var, Sernicola espulso e rigore per il Palermo. Sul dischetto il numero 9 e vantaggio rosanero.

A segnare il raddoppio è chi di ruolo farebbe il centrocampista, ma sta segnando come un attaccante: Filippo Ranocchia. Dopo l’intervallo arriva la reazione grigiorossa. Tra il 49’ e il 50’ la partita cambia. Cambiano copione e trama. “Mentalità Cremonese”, esegue la squadra di Stroppa. E lo fa con gli uomini di maggiore esperienza: Castagnetti e Coda. Il gol del pareggio è l’esemplificazione del gruppo plasmato dall’ex allenatore del Monza. La Cremonese ha cercato e conquistato questo punto con pazienza, caparbietà, intelligenza, come nell’azione che ha portato al pareggio di Coda. Intelligenza. E, soprattutto, calma. La virtù di chi è consapevole. Consapevole di sé stesso. 

Consapevolezza

Dall’arrivo di Stroppa la Cremonese dà l’idea di essere una squadra consapevole. Consapevole della propria forza, del percorso che vuole percorrere, dell’obiettivo da raggiungere e del come fare a raggiungerlo. Nei periodi di maggior sfarzo tecnico e fisico e, soprattutto, nei periodi di minor brillantezza. E lo dimostra sia nel cammino che sta compiendo sia nella gestione delle singolo match. Una squadra capace di giocare (e bene) e al contempo di soffrire, capendo e conoscendo i momenti di una partita. Carattere, equilibrio ed esperienza: la Cremonese di Stroppa.

Nicolò Franceschin

Nato nel 1997 tra Milano, Como e Lecco. Laureato in Giurisprudenza, ma ai codici ho preferito una penna. Cresciuto con Maradona (il calcio), ma anche Ronaldinho e Sneijder. Il fascino del numero 10. Credo nella forza delle parole. Verità e narrazione. In giro in macchina per stadi, campi e strade alla ricerca di nuovi colori da scrivere, perché ognuno ha una sua sfumatura. Le note del telefono che si riempiono di storie, alcune il cui finale è ancora tutto da scrivere. Una di queste è la mia. Raccontare emozioni e dare voce a chi non ce l’ha.

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