A Giuseppe Sibilli sono bastate due partite e uno spezzone per conquistare Bari. Il gol sul campo della Cremonese, che vale la prima vittoria stagionale ai biancorossi di Michele Mignani dopo il ko di Coppa contro il Parma e il pareggio senza reti e in doppia inferiorità numerica contro il Palermo, è la perfetta sintesi delle qualità del 27enne arrivato in biancorosso dal Pisa.
Tocco con il piattone destro su cross da sinistra di Morachioli, colpo da biliardo alle spalle di Sarr e anche quel pizzico di attesa dettato dalla revisione al Var che rende tutto più emozionante (fuorigioco di Morachioli segnalato dall’assistente Galimberti e smentito dalla tecnologia). Riassunto delle sue abilità nello stretto, il centro di Sibilli nel finale di primo tempo ha tre effetti: sblocca il Bari davanti al portiere avversario, firma la prima vittoria in campionato della squadra di Mignani e permette agli oltre 1000 tifosi arrivati dalla Puglia a Cremona di allontanare sempre più l’amarezza per quella Serie A mancata a giugno in finale playoff.
E Sibilli, tenendo quasi fede al suo cognome che ricorda i responsi delle Sibille e, in genere, degli oracoli nell’antica Roma, aveva profetizzato il suo impatto con il Bari. Lo aveva fatto in settimana, parlando in conferenza stampa. “Era da un pochino di tempo che non mi sentivo così bene, mi sono risentito il giocatore dei primi anni di carriera” era stato il marchio di garanzia del classe 1996 voluto con forza da Ciro Polito, che ne aveva definito l’arrivo con un blitz di mercato durato 36 ore (“un giocatore tecnico, che strappa) l’ha definito il ds biancorosso ad alcuni amici) ed è arrivato in prestito con diritto di riscatto. A Giuseppe, figlio d’arte – papà Salvatore ha segnato oltre 150 reti tra Serie C1, C2, D ed Eccellenza in Campania – sono bastati 170 minuti in biancorosso per conquistare la fiducia del tifo biancorosso: che potesse incidere lo si era capito già dalla mezz’ora giocata nello 0-3 di Coppa Italia contro il Parma, quando aveva colpito la traversa, e dall’ora giocata da trequartista alle spalle di due attaccanti nello 0-0 contro il Palermo mandando in porta Nasti e Maita, sfiorando il gol e strappato applausi.
Il triennio a Pisa, con 13 gol in 94 partite, sembra già alle spalle. E Sibilli, che ha un’adorazione sportiva per De Bruyne e aveva tra gli idoli di infanzia Marek Hamsik, si candida già a riferimento di un attacco che ha perso i gol di Cheddira, Antenucci, Folorunsho, Botta, Benedetti ed Esposito, autori di 46 dei 58 gol della scorsa regular season. In carriera non è mai andato oltre quota cinque reti (con Albinoleffe e Pisa) e spera che possa essere la stagione giusta. La scaramanzia non gli ha impedito di fissare altri obiettivi (“Voglio andare molto oltre” aveva spiegato a denti stretti presentandosi a Bari) e di non negare un altro aspetto da non sottovalutare: la voglia di riscatto. Che accomuna passato, presente e futuro di Sibilli. Anche il Bari, come successo un anno prima al Pisa, arriva da una sconfitta casalinga in finale playoff. Una cicatrice che questo ragazzo maturato in C tra Sicula Leonzio ed Albinoleffe prima di salire al gradino superiore vuole contribuire a cancellare.
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