La stagione 2022-2023 sarà per la Cremonese quella del ritorno in Serie A dopo ben 26 anni. Dal 6 maggio scorso, giorno della promozione conquistata sul campo del Como, sono cambiate però molte cose, in casa grigiorossa.
A partire dall’allenatore, dato che a Fabio Pecchia è succeduto Massimiliano Alvini. E arrivando ai molti nuovi innesti del calciomercato, finalizzati a rinforzare una rosa che nella sua precedente configurazione avrebbe avuto molte difficoltà a centrare l’obiettivo stagionale, la salvezza.
La Cremonese è stata la Penelope, o il Sisifo della Serie B 2021-2022: obbligata a ripetere lo sforzo compiuto, a reiterare la fatica una volta di più, a un passo dal traguardo, quando il più sembrava fatto. Ha quasi sempre occupato uno dei primi due posti della classifica, quelli che valgono la promozione diretta, ma sul più bello è stata frenata da ingenuità ed errori. Prevedibili, se si considera la giovane età di alcuni protagonisti (Fagioli, Okoli, Gaetano, Carnesecchi), ma potenzialmente fatali. Lo spannung, la scena madre, arriva il 25 aprile: la Cremonese è a un passo dal traguardo, e sfida allo Scida un Crotone ormai di fatto retrocesso in Serie C. In un tempo subisce 3 gol; perderà 3-1, rischiando di compromettere il lavoro di una stagione intera infilando sul più bello la sua unica serie negativa (due sconfitte consecutive). Poi, l’ennesimo “plot-twist” questa volta decisamente più dolce: all’ultima giornata il Monza spreca il match-point di Perugia, la Cremonese vince a Como con una doppietta di Di Carmine e, assicurandosi il secondo posto finale, festeggia la promozione in Serie A.
Il 21 maggio, appena due settimane dopo la promozione, Fabio Pecchia ha sorprendentemente annunciato la decisione di lasciare la Cremonese. Il presidente Arvedi e il direttore sportivo Giacchetta sono dovuti correre ai ripari, e hanno scelto l’allora allenatore del Perugia, Massimiliano Alvini, ufficializzato dal club il 9 giugno. Cinquantadue anni, toscano di Fucecchio, Alvini è stato spesso paragonato a Maurizio Sarri per la sua parabola in panchina: entrambi da calciatori hanno avuto una carriera modesta, entrambi hanno dovuto attendere anni, e svolgere altri mestieri (Sarri il bancario, Alvini il rappresentante di suole di scarpe per l’azienda di famiglia), prima di raggiungere la fama come allenatori. La svolta nella carriera di Alvini arriva alla guida della Reggiana, che porta in Serie B attraverso i playoff (battendo il Bari) nel 2020. Nonostante la retrocessione degli emiliani, le capacità di Alvini non passano inosservate, e arriva la chiamata del Perugia. In Umbria, l’exploit: una stagione ben oltre le aspettative per una neopromossa, fino alla qualificazione ai playoff a scapito del Frosinone. Quando? In quel 6 maggio in cui, battendo il Monza al Curi, Alvini ha di fatto consegnato alla Cremonese le chiavi della A. Come si suol dire: era destino…
È l’ultimo arrivato, ma ha già attirato l’attenzione su di sé prestandosi a un video di presentazione in cui in un discreto italiano racconta di avere lo stesso entusiasmo di un bambino alla vigilia di Natale. Soprattutto, Cyriel Dessers si presenta come il capocannoniere della prima edizione di Europa Conference League (10 gol, uno in più del romanista Tammy Abraham). L’attaccante nigeriano, nato in Belgio, a ventisette anni ha giocato con le maglie di diverse squadre belghe (Lokeren e Genk su tutte) e olandesi (tra cui il Feyenoord, nell’ultima stagione), segnando 104 gol in 9 anni da professionista. I numeri di Dessers migliorano con il tempo, con l’età. In questa stagione, nonostante la trattativa con la Cremonese fosse ben avviata ormai da tempo, ha già giocato e segnato (3 gol) nelle prime tre giornate del campionato belga, con la maglia del Genk. Un indice di professionalità e soprattutto di ottima forma fisica.
Non solo Dessers: il calciomercato estivo della Cremonese è stato ricco e abbondante. Era necessario arricchire la rosa non solo qualitativamente, ma anche quantitativamente, dato che alcuni dei protagonisti della promozione dello scorso anno avevano lasciato Cremona a fine prestito per fare ritorno nei club detentori del loro cartellino: Okoli e Carnesecchi all’Atalanta, Fagioli alla Juventus e Gaetano al Napoli, per citare solo i più importanti. Le priorità sono state il reparto difensivo, orfano di uno dei migliori calciatori dell’ultima Serie B, Caleb Okoli, e gli esterni di centrocampo, fondamentali per la strategia di gioco di Alvini. In difesa è arrivato un giocatore di esperienza come il romeno Vlad Chiriches, reduce dall’esperienza di Sassuolo, e Johan Vasquez, classe 1998 che ha ben figurato nell’ultima annata trascorsa al Genoa in Serie A. A difendere i pali, invece, sarà il romeno Ionut Radu, pronto a un’esperienza da titolare dopo aver ricoperto il ruolo di vice-Handanovic all’Inter. Sulle fasce sono italiani i nuovi arrivati: Paolo Ghiglione a destra e Giacomo Quagliata, già a segno in Coppa Italia contro la Ternana, a sinistra. Successivamente gli sforzi di Giacchetta e della società sono stati incentrati a centrocampo, dove a Milanese si sono aggiunti Charles Pickel, Santiago Ascacibar e Gonzalo Escalante, e sull’attacco, dove oltre a Dessers è arrivato anche David Okereke, l’anno scorso a Venezia.
La sostituzione di Pecchia con Alvini determina una evoluzione tattica non indifferente nel gioco della Cremonese, che passerà dalla difesa a 4 della scorsa stagione a uno schieramento con 3 difensori centrali. Sarà infatti il 3-5-2, verosimilmente, la base di partenza di Alvini; e come ogni 3-5-2 che si rispetti, avrà nel ruolo dei due esterni di centrocampo una funzione di gioco essenziale. In questo senso, Ghiglione e Quagliata erediteranno il ruolo che a Perugia interpretavano rispettivamente Marcello Falzerano e Francesco Lisi. Quagliata è anche già andato a segno, con un tiro al volo di mancino, in Coppa Italia, confermando come agli esterni venga richiesta anche la capacità di inserimento. Le armi offensive del gioco della Cremonese saranno due giocatori diversi quanto a struttura fisica e movimenti, come Dessers e Okereke, ma anche Ciofani e Di Carmine sono pronti a giocarsi le loro carte.
Quel che è certo, stando alle prime interviste rilasciate da allenatore e calciatori, tra cui Radu e Okereke (“il gruppo è fantastico”) in primis, è che alla Cremonese, nonostante il poco tempo a disposizione fino a questo momento, si è già creato quel senso del gruppo, quel collettivo che sarà indispensabile per puntare a una salvezza che assomiglierebbe a un’impresa.
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