Ci sono vari tipi di calciatori: quelli
forti, i campioni, i fuoriclasse. Ci sono poi quelli a cui dare una
definizione è impossibile. Un giorno saranno leggenda, fin quando
sono ancora in campo non si può far altro che ammirare le loro gesta
e godersi, minuto per minuto, il privilegio di poter assistere alle
loro giocate sperando che tutto ciò duri il più a lungo possibile. Dei veri e propri artisti del pallone, capaci di
fermare il tempo regalandoci dei capolavori.
All’Allianz Stadium, questa sera, il
tempo si è fermato al 64‘. L’artista è Cristiano Ronaldo, il
capolavoro è una prodezza a testa in giù. Una giocata che per i
comuni mortali è difficile soltanto da pensare, ma che può
diventare possibile se a provarci è uno di quei pochi eletti prescelti
per entrare di diritto nell’Olimpo del calcio. Cross di Carvajal,
palla che sembra imprendibile e… il genio! Capace di pensare l’impensabile per poi tramutarlo in realtà. In quel preciso istante
il tempo si è fermato davvero per tutti. Per la difesa della
Juventus, completamente spiazzata dalla prodezza di Ronaldo. Per
Buffon, che non può far altro che raccogliere la palla dalla rete. E
per l’Allianz Stadium, in cui per un istante è calato il silenzio.
Giusto il tempo per metabolizzare, per
comprendere cosa fosse realmente accaduto. Riparte il tempo,
ripartono le emozioni. Che, dopo una giocata del genere, non hanno e
non possono avere colori. Ha segnato il Real Madrid, ma non importa.
In ogni caso, nella notte di Torino, si è scritta una pagina di
storia. Del Real Madrid. Di Cristiano Ronaldo. Del calcio. E non si
può far altro che applaudire, omaggiare il genio assoluto di CR7.
Cristiano incassa la standing ovation e poi ringrazia. Scene che si
ripetono, come Del Piero al Bernabeu. I tifosi di Juve e Real Madrid,
d’altronde, hanno il palato fine, sanno riconoscere il genio dei
grandi campioni.
Come Zidane, ad esempio, che invece si
mette le mani in testa e mostra tutta la sua incredulità. “Mamma
mia che gol”. Ma poi, a freddo, precisa: “Fu più bello il mio
segnato al Bayer Leverkusen…”. Altra prodezza, di un’altra
leggenda: palla colpita al volo ad un’altezza impossibile e
indirizzata al set, gol decisivo per la vittoria della Champions
League del 2002. Giocata rimasta nella storia della Champions League,
esattamente come accadrà per il gol di Cristiano Ronaldo.
Per il portoghese un’altra notte da
protagonista, in quella che è la sua competizione preferita. In
Champions League continua a battere record su record, l’ultimo
proprio questa sera: è il primo ad aver segnato in dieci partite
consecutive della massima competizione europea. Dalla Juventus…
alla Juventus! Dal 4-1 di Cardiff nella finale della stagione scorsa,
al 3-0 di Torino di questa sera. In mezzo le doppie sfide contro
Apoel, Dortmund, Tottenham e PSG, per un totale di 13 gol in
quest’edizione della Champions League. Il suo record fu di 17 nella
stagione 2013/2014, l’anno della decima, quando segnò 17 gol.
Cristiano insegue anche questo primato, per arricchire la sua immensa
collezione di record. Come quello dei gol segnati in carriera in
Champions League, ben 119: più di chiunque altro nella storia.
Oppure quello di finali vinte, quattro come Seedorf e Iniesta.
A 33 anni la stessa fame e la stessa
voglia di sempre: “Non si stufa mai”, ammette lo stesso Zidane.
D’altronde, le grandi leggende, non hanno età. Loro sono capaci di
fermare il tempo, proprio come Cristiano ha fatto al 64′ di Juventus-Real
Madrid…
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