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Cosenza, dall’inferno al paradiso. E quel “pizzico di sana follia”…

I nove gol segnati, i due soli subiti e una salvezza – aritmetica – appena raggiunta: il Cosenza di William Viali, nelle ultime tre uscite ufficiali, ha ottenuto ben nove punti e, con la vittoria del ‘Del Duca’ contro l’Ascoli, si è guadagnato la permanenza in Serie B. E adesso? Serve un “pizzico di sana follia”: Viali non si rilassa. Anzi, raddoppia e vede i playoff.  

Photo credits: Andrea Rosito

Da Ascoli…ad Ascoli: le coincidenze

Quattro date. Tutte legate da un filo comune: Ascoli. 30 giugno 2023. Viali saluta il Cosenza e firma con la formazione bianconera. Il 13 novembre, la società bianconera decide di esonerarlo. Passano quattro mesi quando il San Vito – Gigi Marulla (ri)chiama il classe ’74 a rapporto. L’obiettivo? Scongiurare l’ipotesi retrocessione. Missione completata. Indovinate dove? Esatto, proprio al ‘Del Duca’ di Ascoli. “Ho provato parecchie emozioni” dirà Viali al termine della partita.  

Photo credits: Andrea Rosito

Il Cosenza viaggia e sogna i playoff

Gennaro Tutino come uomo d’esperienza. Francesco Forte nelle vesti di numero dieci e Alessandro Fontanarosa, il giovane ventenne che gioca come un veterano. Il Cosenza la vince così. Grazie a una magia del suo fantasista campano. “L’ha decisa lui” dirà Massimo Carrera, allenatore bianconero nel dopo gara. 

Photo credits: Andrea Rosito

 
Il periodo di forma dei rossoblù è eccellente. Dall’incubo retrocessione al sogno playoff. Una classifica stravolta grazie – anche – al timoniere della squadra. Un uomo che conosce Cosenza e il San Vito – Gigi Marulla come pochi. “I ragazzi hanno festeggiato negli spogliatoi – dice Viali – Playoff? L’abbiamo fatto un pensierino nello spogliatoio”. E a questo punto, perché non crederci davvero?

Davide Balestra

Nato nel 2000 a San Benedetto del Tronto. Di sangue metà pugliese e metà marchigiano ma con inflessione dialettale praticamente neutra. Figlio della Generazione Z, la stessa che ha partorito calciatori del calibro di Haaland, Vinícius Júnior o Tonali. Al tentativo di replicare le loro giocate sul campo di calcetto ho preferito il portatile o il microfono, quest’ultimo, da un po’ fedele compagno di viaggio. Poca retorica: le emozioni che trasmette un campo di calcio non sono quantificabili. E a me piace raccontarle, che sia attraverso una tastiera o una telecamera puntata in volto. Ansie, timori e paure fanno parte del percorso. Cerco di superarle con umiltà, virtù che, con il tempo, sto rendendo un mio mantra.

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