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Correa stupisce, Acerbi si conferma: è una Lazio talento e concretezza

Il doppio passo di Correa ha disorientato quasi quanto le scelte di Inzaghi. Una finta, poi ancora un’altra e il difensore a sedere. Tutto ‘El Tucu’ in un’azione. Genio, istinto, coraggio. Si pensava dovesse partire dalla panchina, alla fine si è preso tutta la scena. Inzaghi lo ha inserito dal primo minuto mischiando le carte in vista del derby: dentro tante alternative, ma non chiamatela Lazio di scorta.

Luis Alberto arretrato a centrocampo, Correa alle spalle di Caicedo in un tandem del tutto inedito. Primo tempo d’assestamento: qualche giocata ad effetto, qualche dribbling dei suoi, ma poco altro. Nella ripresa il capolavoro: un doppio passo che in casa Lazio non si vedeva dai tempi di Hernanes e palla alle spalle di Scuffet.

Buona la prima per il Tucu, in gol all’esordio dal primo minuto con la maglia biancoceleste. Buona anche la terza, perché prima della Lazio c’è stato un provino all’Inter e il passaggio alla Samp. Già tre maglie cambiate in Italia per il ragazzo arrivato dalla provincia di Tucuman. Il Correa 3.0 inizia alla grande. E pensare che l’impatto con il nostro paese non è stato dei più positivi: troppo freddo Appiano Gentile per un diciottenne venuto dall’argentina. Troppa anche la nostalgia per la nonna. Inizio traumatico, l’Inter si era convinta comunque ma non riuscì a strapparlo all’Estudiantes.

Lo paragonavano a Veron ma il Tucu studiava da Riquelme, suo idolo da sempre. In Italia si è fatto conoscere con la maglia della Samp, con il Siviglia ha fatto vedere poi le cose migliori. Tanto talento, non altrettanta continuità. Alla Lazio è arrivato per sostituire Felipe Anderson, per ora ci sta riuscendo bene. Inzaghi gli sta dando fiducia, dopo la perla che ha steso l’Udinese punta ad un ruolo da protagonista in una Lazio che è tornata a correre.

Quinta vittoria consecutiva tra campionato e Europa League e inizio traumatico alle spalle. Il segreto? Talento e concretezza. Se Correa stupisce, Acerbi conferma. Punto di riferimento, già leader dopo appena un’estate. In difesa comanda lui, stop. Lo svarione contro il Genoa è stata solo una sfortunata parentesi, Acerbi è sempre alla ricerca della perfezione.

Non si ferma mai: 113esima presenza consecutiva in campionato, la novantesima da novanta minuti totali. Numeri da recordman, numeri di chi non ha voglia di lasciare niente al caso. La vita gli ha già insegnato tanto, Francesco però non smette mai di imparare, nemmeno a trent’anni.

Al Milan si credeva arrivato, il brutto male gli ha ricordato che non si arriva mai. Lavora, suda e si mette in gioco. Ha già fatto dimenticare de Vrij e ha ricordato all’ambiente laziale che sa anche come fare gol. E’ baluardo della semplicità, della concretezza senza fronzoli. A Roma già lo amano, ma tanto ormai non si monta più la testa.

Giacomo Chiuchiolo

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