Quando vede il Milan il Diavolo diventa lui, e punge l’originale. Il “Tucu” Correa si riscopre “cattivo” sotto porta, letale in contropiede e freddo in occasione del vantaggio, quando salta Donnarumma e beffa ancora ancora i rossoneri: 5 gol in 9 partite. Così tanti a nessun’altra squadra. Inzaghi lo richiama spesso, si sgola urlando “Tucu” e lo fa sempre, ogni partita, perché spesso c’è qualcosa da rimproverare. Stavolta, però, l’argentino fa doppietta e decide il match ball con vista Champions (3-0), prendendosi pure lo scontro diretto a favore. Lazio aggrappata al treno in modo saldo, rossoneri un po’ più in bilico. Classifica thrilling da riassumere: Atalanta a 68 punti, Milan, Napoli e Juve a 66. La Lazio insegue a 61 e con una partita in meno (Torino).
Pronti, via ed è subito record. Correa segna dopo 77 secondi e stabilisce un piccolo primato: è il gol più veloce della Lazio dal 2004 a oggi. Tucu-Immobile-Tucu e Donnarumma non può nulla, beffato. Come nel 2018. Gattuso in panchina e il solito Inzaghi dall’altra parte, Correa fulmina Gigio dalla distanza e riacciuffa il Milan a pochi spiccioli dal gong finale. Il bello è che tutte le reti segnate dall’enganche ai rossoneri sono state decisive. L’ultima, il 24 aprile di 2 anni fa, portò la Lazio in finale di Coppa Italia. Tocco elegante sotto le gambe di… Reina, oggi alla Lazio. Lo spagnolo si riscatta dopo gli errori di Napoli e blinda la porta biancoceleste per la nona volta in Serie A. Solo Handanovic ha fatto meglio (13). Ormai una sicurezza. E la Lazio vola all’Olimpico. Una prova di forza contro la miglior squadra d’Europa in trasferta, 13 vittorie e una sola sconfitta prima di oggi (Spezia). Immobile chiude i giochi e rinvia alle altre un sms, rimasto in bozze dopo la cinquina di Napoli: per la Champions la Lazio c’è.
Vedi il Milan e pungi, dici Milano e ti viene in mente il freddo, la nebbia, la Pinetina. Correa sbarcò a Linate nel 2012, provino con l’Inter e tappa veloce a San Siro. Giubbotto nerazzurro addosso, lo stesso viso di sempre, gli occhi buoni. Sognava di giocarci e lo farà, ma non con l’Inter, perché l’affare saltò per una manciata di milioni. Ariedo Braida lo definì “il miglior talento d’argentina”, Samuel rimase scottato da un paio di dribbling di troppo in allenamento. Il Tucu, invece, dal “no” dell’Estudiantes all’offerta di Moratti. “Troppo bassa, torna qui”. Si rifarà qualche anno dopo, prima la Samp e adesso la Lazio, 6 gol in campionato per sognare ancora la Champions, dove Correa ha segnato 3 reti in 8 partite (una di queste al Bayern dei giganti). Diavolo di un argentino, spietato contro quello vero.
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