Pepe Reina si racconta al Corriere dello Sport, parlando apertamente del nemico invisibile che tutto il mondo sta combattendo. Il portiere dell'Aston Villa nelle scorse settimane ha avuto tutti i sintomi del Coronavirus, ma senza possibilità di averne certezza: "Qui in Inghilterra i tamponi li fanno esclusivamente ai malati gravi, ma nel mio caso non vi erano dubbi. Virus. Il fisico ha reagito bene. I medici della Premier, mi hanno dato tutte le informazioni necessarie, oltre al protocollo da seguire".
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Fortunatamente ne è uscito bene, ma ci sono stati alcuni momenti di paura: "Sono stato isolato dopo aver accusato i primi sintomi del virus. Febbre, tosse secca, un mal di testa che non mi abbandonava mai, quel senso di spossatezza. L’unico spavento quando per venticinque minuti mi è mancato l’ossigeno, come se la gola si fosse improvvisamente ristretta e l’aria non riuscisse a passare I primi sei, otto giorni li ho trascorsi chiuso in una stanza. Ho cominciato a uscire nelle ore notturne, quando i ragazzi e i miei suoceri dormivano. Loro li tengo ancora a distanza, non sono più giovanissimi".
Il portiere ha poi parlato degli anni di Napoli, indimenticabili, ma anche delle soluzioni future sul calcio e sugli stipendi dei calciatori, al centro di una grande discussione. L'intervista completa la trovate sul Corriere dello Sport in edicola oggi.
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