Mentre il calcio si interroga sul proprio futuro (le ultime news sulla Serie A), tra riunioni fiume delle varie Federazioni e protocolli d'allenamento per garantire la tutela della salute degli addetti ai lavori, c'è chi ha approfittato di questa sosta forzata per ripensare al proprio passato, ricordando i successi di un'intera carriera.
E' il caso di Josè Mourinho che, in un'intervista ai microfoni di Marca, ha voluto fare una precisazione a tutti coloro che lo criticano: "Sono ancora l'unico ad aver vinto in Inghilterra, Spagna e Italia. A chi mi accusa di essere un difensivista dico che la storia parla per me e non c'è niente che io possa aggiungere. Alla fine si riduce tutto a quello, a ciò che rimane della storia".
L'allenatore portoghese, protagonista nei giorni scorsi di un bellissimo gesto di solidarietà, è tornato a parlare anche dell'attuale emergenza sanitaria e della speranza di tornare presto a calcare i terreni di gioco della Premier League (le ultime novità dall'Inghilterra): "Non faccio altro che guardare partite a casa. E' un'occasione per imparare molto da tutte le squadre, ma il calcio mi manca. Se riuscissimo a giocare le restanti partite del campionato, sarebbe un bel segnale per tutti. Partite a porte chiuse? In ogni caso ci sarebbero milioni di persone a guardarci dalle televisioni. Uno stadio vuoto non sarà mai completamente vuoto".
Mourinho, ripensando alle sue vittorie, è tornato a parlare anche della Liga conquistata con il Real Madrid nella stagione 2011-2012. Un campionato vissuto testa a testa con il Barcellona di Guardiola e vinto con la bellezza di 100 punti e 121 gol segnati. Una stagione da record che il portoghese ricorda così: "Non so se quello sia stato o meno il punto più alto della mia carriera. Ovviamente è stata una vittoria molto importante perchè è arrivata contro il Barcellona che a quell'epoca dominava in Spagna. Porre fine a quel dominio con quel record di punti ha reso la nostra impresa ancora più importante. Non abbiamo solo vinto la Liga, abbiamo fatto la storia".
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Una vittoria finale diventata realtà dopo la vittoria per 2-1 nello scontro diretto del Camp Nou grazie alle reti di Khedira e Cristiano Ronaldo: "Andammo al Camp Nou sapendo di essere i migliori al mondo. CR7 determinante? Ognuno dei miei giocatori lo era. Anche quelli che giocavano meno, ad esempio Callejon e Granero, contribuirono all'obiettivo. Quella squadra meritava di vincere anche la Champions League".
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