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Bolognese e figlio d’arte, Corazza regala il derby ai rossoblù

L’Emilia Romagna questa sera è rossoblù. Ad aggiudicarsi il derby della Via Emilia è il Bologna di Thiago Motta. Con la vittoria per due gol a zero ai danni del Cesena gli emiliani si aggiudicano il passaggio del turno in Coppa Italia Frecciarossa dove affronteranno la vincente tra Hellas Verona e Ascoli. In una partita avara di emozioni con poche occasioni dall’una e dall’altra parte a rubare la scena è il giovane terzino sinistro Tommaso Corazza. Classe 2004 e una carriera tutta da scrivere. A partire dalla Coppa Italia. Nel derby più sentito per chi l’Emilia-Romagna ce l’ha nel sangue. Anzi, Bologna.

Corazza: convocato in ritiro per la prima volta da Motta porta avanti il Bologna in Coppa Italia

Tommaso Corazza, è questo il nome che nei prossimi giorni risuonerà all’ombra dello stadio renato Dall’Ara di Bologna. Curiosità e dubbi. Sono queste le sensazioni che si respirano tra gli spalti dello stadio prima del fischio di inizio del derby fra Bologna e Cesena. Motivo? Perché, in un Bologna ancora in costruzione, tra gli undici titolari si legge il nome del giovane terzino classe 2004. Non deve sorprendere. Lo certifica Thiago Motta che per sopperire alla mancanza di un giocatore da impiegare sulla fascia sinistra decide di testare il ragazzo.

A cominciare dal ritiro estivo a Valles dove Corazza realizza il sogno di allenarsi con Arnautovic e compagni. Fino a partire titolare nell’amichevole contro la AZ Alkmaar. Emozioni uniche e indescrivibili. Come quelle vissute nella partita di Coppa Italia dove a presentarsi al grande pubblico impiega solo due minuti. Suo il primo gol dei rossoblù nel derby con i romagnoli. Tiro a giro da posizione defilata e palla che si accomoda in rete alle spalle dell’incolpevole Pisseri. Occhi che brillano e corsa a perdifiato per abbracciare i compagni. Istantanee di un esordio imprevedibile che rimarranno impresse nella sua mente. E, forse, in quella di papà Daniele. Lui, che con il Bologna ha un legame che dura da sempre. Forse il primo allenatore e tifoso di Tommaso. Sì, perché sono molti gli anni che vedono Corazza senior alla guida del Settore Giovanile rossoblù dopo aver già ricoperto la carica di coordinatore del Vivaio. Insomma, Bologna e il Bologna sono anche una questione di famiglia.

Dal settore giovanile alla prima squadra la storia di Corazza a tinte rossoblù

Il ragazzo a soli 19 anni è la soddisfazione che tutte le squadre vorrebbero avere. Cullato, cresciuto e formato tra i campi di Casteldebole nel vivaio rossoblù. La storia di Tommaso inizia proprio nella sua Bologna insieme ai suoi idoli. Fiducia in sé stesso e tanta costanza. Così Corazza convince la società emiliana. Il nome? Non è mai un peso, ma qualcosa di cui andare fieri consapevoli dell’opinione che Daniele lascia ai piedi della Torre di Maratona.

Oggi ricopre la carica di responsabile dell’Attività di Base nel Sassuolo. E, quindi, spazio alle qualità di Tommaso. Corsa, buona conduzione del pallone e grinta da vendere. Doti che per prime vengono intraviste dall’allenatore dell’Under 17 Vigiani. Sua l’intuizione che dà la svolta al gioco del ragazzo. Da destra a sinistra. Corazza nasce terzino destro, ma per l’allenatore spinge di più a sinistra. Scelta azzeccata. Il mestiere dell’allenatore. Oggi, dopo, due anni su quel lato i miglioramenti cominciano a farsi vedere. Lo confermano anche i 4 gol nel passato campionato Primavera. Difendere? E’ il suo mestiere principale. Il derby con il Cesena è solo il trampolino per il tuffo tra i grandi. Dove sembra essersi già fatto spazio. E Thiago Motta sorride: “Ha avuto coraggio e sono contento per lui. Andare in area e finire l’azione in quel modo è importante. Se lo merita. Deve continuare così”. Afferma l’allenatore nella conferenza stampa post partita. Sarà finita la ricerca del terzino sinistro? Solo Thiago Motta ha la risposta. Intanto “Tommy”, come urlano dalla Curva Andrea Costa, può continuare a vivere il suo sogno. E il Bologna a costruisce  la “Corazza” per affrontare la prossima Serie A.

Alvise Gualtieri

Nasco all’ombra delle Torri in un giorno che ricordo solo io e nell'anno del rigore di Pasadena. Baggio? Il calcio. Cresco nella “Terra Solatia” con la Laguna come sfondo. Mi svincolo tra codici giuridici e penna. Tra atti e storie so sempre cosa scegliere. La scrittura, forse, un dono del destino scoperto prima dagli altri grazie a un gol di tacco di Del Piero. Djokovic e VR46 le ragioni di una passione. B.B. King e David Gilmour: galeotta fu quella chitarra. Kurt Cobain il mito. La montagna nel cuore. Camminando, pensando e scrivendo. Ma non mi sento “Dante”. Basso profilo, costanza e affari miei. Filosofia vincente? Lo dirà il futuro.

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