All’inferno senza ritorno. E’ un verdetto tanto amaro quanto inaspettato quello che vede il Brasile eliminato al primo turno della Copa America. Umiliazione, ancora una volta, a distanza di due anni dal Mineirazo. Niente imbarcata, ma 0-1 che fa male e che sa di disfatta. Nessuna vera stella in campo, nessuno in grado di accendere la luce in mezzo al buio statunitense. Fallimento personale per Dunga, immobile ed incredulo a fine gara davanti alla panchina verdeoro.
A ridere è il Perù, dato quasi per spacciato alla vigilia e con un piede e mezzo fuori dalla Copa dopo la vittoria dell’Ecuador su Haiti. E invece eccolo lì il colpaccio, per un’impresa che ha il sapore di storia. Settantacinque minuti di garra y corazon, poi la svolta, con il gol qualificazione che si colora di giallo che di più non si può. Tap-in vincente a porta sguarnita di Ruidiaz con presunto (?) tocco di mano, poi diversi minuti per prendere la decisione definitiva. “Sì, no, aspetta”. E’ gol, parte la festa blanquirroja.
Perù al primo posto nel girone ed un’intera nazione in paradiso per un successo che mancava da trentuno anni. Capolavoro del CT Gareca, ‘El Tigre‘. Erano soltanto tre, infatti, le vittorie contro la Selecao in 42 sfide. E quel precedente che fa ben sperare, perchè l’ultima volta che il Perù eliminò il Brasile in Copa America era il 1975. Risultato finale? Vittoria. Chissà che Guerrero e compagni non ci abbiano già pensato. In fondo sognare non costa niente…
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