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Copa Libertadores, Atletico Mineiro-Botafogo: gli ex Serie A protagonisti della finale

La “Gloria Eterna”. Non solo uno slogan, ma un vero e proprio obiettivo. A contendersela, l’Atletico Mineiro e il Botafogo. Sabato 30 novembre, allo Stadio Monumental di Buenos Aires, “O Galo” disputerà la sua seconda finale, dopo aver vinto l’unica Copa Libertadores della sua storia nel 2013 contro i paraguaiani del Club Olimpia. Per “O Glorioso”, sarà invece una prima volta. Se bisogna ancora attendere per scoprire chi alzerà il trofeo, la prima certezza ce l’abbiamo già: per la sesta volta consecutiva, trionferà una squadra brasiliana. Considerate che nelle ultime 5 finali, per ben 3 volte si sono affrontate due squadre provenienti dal Brasileirão. Un segno evidente di come la Copa Libertadores sia sempre più a tinte verdeoro.

 

O Galo vs O Glorioso: il confronto

L’Atletico Mineiro ha avuto un percorso abbastanza netto nella competizione. Due sole sconfitte subite: contro gli uruguaiani del Peñarol nella fase a gironi e l’1-0 subito in casa dei connazionali della Fluminense nei quarti di finale. La squadra di Belo Horizonte può contare su una formazione di non poca esperienza. Sono tanti gli ex Serie A che indossano la maglia del Galo: Lyanco (ex Torino e Bologna), il capitano Araña (ex Atalanta), il cileno Vargas (ex Napoli) e Lemos (ex Sassuolo). C’è poi il 38enne Hulk, vero leader della squadra dalla condizione fisica invidiabile, che vorrà portarsi a casa quello che sarebbe il suo primo titolo continentale in Sudamerica. Il calciatore che però attirerà le attenzioni della difesa avversaria sarà Paulinho, attaccante brasiliano ex Bayer Leverkusen che ha già realizzato 7 gol in Copa Libertadores ed è il vice capocannoniere del torneo. 

Il Botafogo invece, giocherà al Monumental un match che, a prescindere dal risultato, entrerà a far parte della sua storia: la prima finale di Copa Libertadores. Unica squadra proveniente da Rio de Janeiro a non aver ancora vinto il trofeo, quest’anno ha un’occasione d’oro per arricchire la propria bacheca con una coppa importante. L’ultimo successo significativo fu infatti il Brasileirão vinto nel 1995. “O Glorioso” ha perso una sola partita in più degli avversari in quest’edizione di Copa Libertadores. Due passi falsi sono arrivati nella fase a gironi contro il Junior FC e LD Quito, l’altro (indolore) nella semifinale di ritorno contro il Peñarol. Il Botafogo si sta anche giocando la vittoria del Brasileirão con il Palmeiras, in cui sono primi in classifica a quattro giornate dalla fine. Anche qui ci sono diversi giocatori passati per il campionato italiano, come Alex Telles (ex Inter) e Allan (ex Napoli). L’ala destra Junior Santos è inoltre il capocannoniere della competizione con 9 gol realizzati. Ma le vere superstar sono Thiago Almada e Luiz Henrique.

 

L’argentino, accostato in passato anche alla Fiorentina, è arrivato al Botafogo dall’Atlanta United per circa 20 milioni di euro, rendendolo la seconda cessione più onerosa nella storia della MLS, nonché l’acquisto più costoso nella storia del campionato brasiliano. A lungo nel mirino del Napoli, il numero 7 verdeoro è invece (secondo uno studio del CIES Observatório do Futebol) il calciatore più prezioso della storia del calcio brasiliano, con un valore di mercato che oscilla tra i 26 e i 35 milioni di euro.

Il precedente

Gli ingredienti per assistere a una spettacolare finale ci sono tutti. Ma un antipasto di quel che sarà l’abbiamo già avuto giovedì 21 novembre, quando le squadre si sono affrontate in campionato. Risultato? Uno 0-0 condito da 3 espulsioni, una maxi rissa al termine del match e tante polemiche. 

Il terzino sinistro dell’Atletico Mineiro Rubens ha sofferto la velocità e l’estro di Luiz Henrique. Due falli in tre minuti sull’attaccante, due cartellini gialli e conseguente espulsione già nel primo tempo. Alla fine della partita, il caos. Un’ondata di guardie giurate ha dovuto sedare i giocatori in campo. Entrando negli spogliatoi, il numero 7 del Botafogo ha lanciato una bottiglia d’acqua colpendo un addetto alla sicurezza dell’Arena Independência. Espulsione immediata e poi scene da far west. ”Siete una squadra di m***a”, avrebbe infierito Luiz Henrique rivolgendosi a Hulk che nell’intervista post gara ha replicato: “Lui ha cinque partite con la nazionale e pensa di essere una star. Non ha vinto un bel niente. Durante l’intervallo ci ha insultati tutti. Prima di diventare un grande calciatore è bene che impari cosa sia l’umiltà”.

 

Nervosismo alle stelle, tanta tensione e spirito battagliero. A Buenos Aires, si prospetta un’incandescente finale di Copa Libertadores. Atletico Mineiro e Botafogo in campo con un solo obiettivo: la Gloria Eterna.

Giacomo Camelia

Nato a Carate Brianza nel 2000, laureato in Scienze umanistiche per la comunicazione presso l’Università degli Studi di Milano. Ho giocato a calcio per 11 anni, ora provo a raccontarlo. Amo il cinema e la musica, ma la mia passione più grande resta quella per il pallone: pensate che ho iniziato a strimpellare la chitarra perché volevo suonare l’inno della Champions League. A voi trarne le conclusioni…

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