Conte vs Mourinho: ci siamo. I due non si sono mai amati, ma oggi la loro rivalità ha raggiunto il picco fuori dal campo. E come? In sala stampa, ovviamente. Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo gli ultimi, intensi, giorni di dichiarazioni a bruciapelo tra i due. Il tutto nasce paradossalmente da una caratteristica comune ai due allenatori di Chelsea e Manchester United: l’orgoglio.
Eh già, perché se questo botta e risposta continua ad infiammare la stampa e i social di mezzo mondo è proprio per il fatto che entrambi siano caratterialmente simili, almeno mediaticamente. Maniacali e sempre all’attacco in sala stampa. Le conferenze di Mourinho all’Inter hanno fatto la storia, così come quelle di Conte alla Juventus. Ma in Inghilterra è un’altra storia, almeno così dovrebbe essere. E invece, Josè scaglia la prima pietra, giovedì scorso: Mourinho viene accusato di vivere il Manchester United con meno passione rispetto alle sue precedenti squadre. Mou nega e attacca: “Se non mi comporto come un clown di bordocampo vuol dire che ho perso la passione?”. Josè non fa il nome di Conte direttamente, ma è implicito. La Premier non è come la Serie A, gli allenatori sono generalmente più composti, sia in caso di gol fatto che gol subito. Tutti, tranne due. Antonio Conte e Jurgen Klopp, due allenatori passionali a tutti gli effetti.
E il giorno dopo viene chiesto un commento all’allenatore italiano che, ovviamente, contrattacca: “Si è dimenticato di quello che ha fatto e detto in passato, forse soffre di demenza senile“. E lo dice in italiano, per non sbagliare il concetto. Se c’è una cosa certa in questo mondo è che Mourinho è uno che ama il confronto, e non si tira certo indietro alle provocazioni, così in serata affonda il colpo, forse quello più pesante, perché va a toccare un nervo scoperto in Conte: “Non ho bisogno del manager del Chelsea per ricordarmi gli errori che ho fatto in passato o che farò in futuro, quello che dirò è che non sono mai stato squalificato per calcioscommesse“. Così Conte, dopo il pareggio di FA Cup, è costretto a rispondere, a suo modo: “Difficile rispondere a certe affermazioni. Quando un allenatore insulta o offende un collega è un piccolo uomo. Lo conosciamo tutti. E’ sempre il solito, mi ricordo quando offese Ranieri per il suo inglese. Poi quando fu esonerato indossò la sua maglia . È un falso”.
E adesso siamo 2-2, un pareggio. Ma tra Conte e Mourinho non potrà mai finire così, per questo basta solo aspettare la prossima risposta dell’allenatore del Manchester United. Questione di ore, e le loro parole saranno sulle prime pagine di tutto il mondo, ancora una volta. E Pep intanto si gode il suo City praticamente già campione d’Inghilterra senza commentare, per ora…
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