Un anno senza allenare e la voglia di tornare in pachina per vincere ancora. Quattro scudetti in bacheca, uno con il Chelsea e tre in Serie A alla guida della Juventus. E proprio in Italia, dove è cresciuto prima come calciatore e poi come allenatore, Antonio Conte ha intenzione di tornare. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport in occasione della prima edizione del nuovo giornale, l'ex centrocampista leccese ha lasciato qualche indicazione in merito al suo futuro.
L'esperienza in Inghilterra gli ha permesso di maturare sotto svariati punti di vista, al punto che la consiglierebbe, come dichiarato nell'intervista stessa, ad ogni suo collega. Adesso, "sono pronto per tornare", ha spiegato Antonio. E se da un lato quell'ipotesi-Roma che si faceva sempre più insistente nei sogni dei tifosi giallorossi è decisamente da accantonare – "Ora non ci sono le condizioni perché succeda", ha spiegato Conte alla Gazzetta -, dall'altra parte l'ex ct della Nazionale ha già fissato i presupposti fondamentali perché qualcuno possa pensare di sedersi a trattare con lui.
"Serve una società che non voglia un allenatore che faccia quanti meno danni possibile, un mero gestore della situazione. Io devo incidere su quello che faccio". Chi non cerca un leader da mettere in panchina, farebbe bene a non contattarlo neppure. Ma allora, tramontata l'ipotesi-Roma e una volta appreso della voglia di Conte di tornare in Serie A, chi è che farebbe al caso suo? Gli scenari possibili sono al momento due.
Capitolo Juventus: Antonio tornerebbe volentieri in bianconero, non ha mai escluso la possibilità di un futuro 2.0 a Torino – l'ha ribadito anche nell'intervista di oggi – e il rapporto con i tifosi rimane indissolubile. Ciò che al momento ostacola un ritorno di Conte sulla panchina dello Stadium è però il futuro di Allegri, che lascerà tutt'altro che sicuramente la Juventus a fine stagione e deve ancora giungere ad una decisione definitiva al riguardo insieme ai dirigenti bianconeri. Questi ultimi, in ogni caso, fino ad ora non hanno provveduto a mandare dei segnali a Conte, che dunque potrebbe dover rinviare di qualche tempo il suo ritorno a Torino.
A questo punto, chi può davvero puntare al tesseramento di Conte è l'Inter di Marotta, con il dg nerazzurro che continua a spingere per l'arrivo del leccese che, ai tempi della Juve, regalò a Beppe i primi trofei da dirigenti e le più grandi soddisfazioni della sua carriera. I contro di un'operazione simile, però, sono di carattere economico e societario.
Per quanto riguarda il primo aspetto, assumere Conte significherebbe lasciare a casa Spalletti e il suo staff. E il che verrebbe a costare circa 30 milioni di euro al club di Zhang. Puntare su Antonio dall'altro lato, non garantirebbe dei costi inferiori: insomma, complessivamente l'ingaggio di Conte verrebbe a costare oltre 50 milioni di euro.
In più, resta da tenere in considerazione il fatto che Spalletti continua a vedere pubblicamente rinnovata la fiducia del club nel suo lavoro ed effettivamente una parte della dirigenza non sembrerebbe intenzionata ad operare un cambio in panchina. Una svolta decisiva, in questo senso, la dovrebbe dare Marotta, magari facendo leva sul fatto che la permanena di Luciano implicherebbe, parallelamente, una quasi inevitabile cessione di Mauro Icardi. E proprio su quest'ultimo, invece, Conte sarebbe fortemente disposto a puntare.
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