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​“Conte come allenatore? Un martello, il più vincente di tutti”. Massimo Ganci si racconta, e sui Mondiali non ha dubbi: “In Russia ci saremo”

Del pallone, i calciatori, si innamorano quasi sempre da piccoli. I bambini che coronano il sogno non sono certo la maggioranza, ma quelli che lo realizzano, spesso ci riescono per merito dei genitori. Così è nata la carriera di Massimo Ganci, che oggi gioca al Pavia, in Serie D, ma che ha assaporato anche la B e la A. “La passione per questo sport me l’ha insegnata mio padre, che mi ha fatto giocare prima per la squadra “sotto casa” e poi, con parecchi sacrifici fatti insieme a mia mamma, mi ha permesso di continuare. Sono nel Milan, poi due anni al Corsico e di nuovo al Milan prima di andare al Monza. Da lì ha preso il via la mia carriera”.

Dal club lombardo all’esordio in Serie A con la Reggina (allenata all’epoca da Mazzarri), passano solo quattro anni: “Era il 12 settembre 2004, giocavamo al Granillo contro l’Udinese. E’ un momento che non dimenticherò mai e quella partita è come se l’avessi giocata ieri”. Un ricordo felice, come molti altri legati ai suoi gol più belli; ma la sua storia ne ha vissuti anche di difficili: quelli legati al calcio scommesse in cui è stato coinvolto: “E’ stato il periodo più negativo della mia vita, sono stato squalificato, ma sono andato avanti tra processi e tribunali per dimostrare la mia innocenza. La cosa di cui mi dispiaccio più di tutte è di non essermi potuto difendere come avrei voluto in termini di Giustizia sportiva, ma per fortuna oggi è solo un brutto ricordo visto che sono stato scagionato”.

Brutti ricordi, parecchio distanti da quelli legati alle stagioni al Bari, allenato da Antonio Conte. “E’ da sempre il miglior allenatore che c’è. Ha carisma, è un vincente e tiene molto al rapporto con i suoi giocatori. E’ un perfezionista uno che non lascia niente al caso e un vero martello su tutto. Si è visto con la Juve no?!”. Parlando di Conte, non possiamo evitare l’argomento “Nazionale”. Stasera c’è Italia – Svezia, passiamo noi? “Assolutamente sì, Insigne e Belotti sono due che fanno la differenza. E poi un Mondiale senza Azzurri…no dai!!!”. 9 Belotti e 9 Ganci, che oggi gioca al Pavia (5 gol in 10 presenze). Come vivi questa realtà? “Bene, ho ancora la passione per questo sport e finché il fisico regge cerco di dare il massimo in campo e qualche consiglio ai più giovani. E poi mi sono riavvicinato alla mia famiglia che vive da sempre a Milano”.

Massimo è innamorato del pallone quanto delle sue radici. Per questo quando ci racconta che “Ogni volta che scendo in campo, il mio pensiero va al nonno Giampiero, non ne restiamo stupiti per niente.

Redazione

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