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Juventus, Pirlo: “L’adattamento è finito, voglio dieci finali”

Niente conferenza stampa per Andrea Pirlo. Una scelta, con il Piemonte in zona rossa, che era già stata presa contro la Lazio per evitare assembramenti. L’allenatore bianconero ha presentato comunque la sfida con il Cagliari (sabato sera ore 20.45) attraverso i microfoni di Jtv: "Una gara fondamentale per noi, perché veniamo da un'inattività dalla nazionale e ci serve per il nostro percorso di crescita. Adesso deve iniziare il nostro campionato, il periodo di adattamento è finito. Da ora fino a Natale avremo 10 partite da giocare come se fossero delle finali. Quindi già da domani voglio vedere uno spirito diverso, combattivo e bisognerà giocare con grande forza per raggiungere il risultato".

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A partire dai rossoblù: Un’ottima squadra allenata da un ottimo allenatore. Di Francesco ha portato grande entusiasmo, un buon sviluppo di gioco sia quando impostano a tre che a quattro. Hanno giocatori bravi e di esperienza sia a centrocampo che in attacco, ma voglio vedere la fame di voler vincere ogni partita senza tralasciare il minimo dettaglio. Quello che è sempre stata la Juve in questi anni”.

La sosta è stata utile a molti giocatori della rosa: “Non lo so se è merito nostro, loro sono sicuramente giocatori forti. Magari alcuni avevano giocato un po’ meno nell’ultimo periodo e giocare in nazionale gli ha fatto bene per prendere fiducia e ritmo. Siamo contenti che siano tornati con grande voglia e quindi ora sono pronti per giocare”.

Il punto sugli infortunati

Come stanno Alex Sandro e de Ligt? Pirlo risponde così: "Stanno bene. De Ligt si allenava con noi già da un po’ e poi abbiamo aspettato il responso dell’ortopedico e adesso è tutto a posto quindi è pronto per giocare. Alex Sandro si è allenato con noi l’ultima settimana, ci vorrà un po’ più di tempo per vederlo dall’inizio però è convocabile”.

Dettagli

Contro la Lazio la Juventus ha pagato una disattenzione a tempo scaduto: “A Roma abbiamo fatto una bella partita, peccato non averla chiusa. È importante soprattutto quando hai questo tipo di occasioni sfruttarle e chiudere le partite prima. Questa quindi deve essere la mentalità: non dobbiamo adagiarci nel fare un gol ma bisogna continuare a giocare per cercare di chiudere il prima possibile le partite per continuare a crescere".

Anche perché, senza pubblico, ogni sfida è insidiosa: “Non c’è più questo senso di paura delle squadre più piccole di venire a giocare allo Stadium o San Siro con il pubblico quando c’era una grande atmosfera con un po’ di pressione. Si è un po’ ribaltato tutto però siamo in un periodo particolare e siamo abituati da un po’ a fare questo tipo di partite”.

Redazione

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