L'allenatore del Milan, Sérgio Conceição (imago)
Al termine della partita persa contro il Bologna, l’allenatore portoghese si è sfogato in un’intervista: ma non era la prima volta
Carattere esplosivo, atteggiamento da sergente e pochi sorrisi. Sergio Conceiçao è certamente un vincente, lo dimostrano gli 11 trofei vinti con il Porto, e nelle serate migliori non si è mai tirato indietro dal festeggiare con i propri ragazzi.
Quando non arrivano le vittorie, però, escono fuori quei lati del suo carattere citati sopra che lo rendono un po’ più duro, soprattutto ai microfoni.
È per esempio il caso di quanto successo dopo la sfida contro il Bologna, il primo sfogo vero e proprio della sua esperienza milanese. L’allenatore portoghese si è assunto le colpe dello scarso rendimento della squadra, ma allo stesso tempo si è scagliato contro qualcuno di indefinito minacciando di lasciare l’incarico.
Qualcosa di visto e rivisto, l’altro lato della medaglia di un allenatore esperto che non ha mai avuto peli sulla lingua.
Visto e rivisto, sì, perché Conceiçao non è nuovo a interventi del genere al termine di partite poco fortunate. È capitato spesso al Porto, per esempio al termine di una partita di Champions League persa per 1-5 contro il Liverpool: in quel caso l’allenatore classe ’74 se la prese con i suoi giocatori, dichiarando: “Una partita a dir poco vergognosa da parte dei miei, la squadra Juniores oggi avrebbe fatto meglio. Dobbiamo chiederci se i calciatori sono pronti a sopportare questo allenatore“.
Con il Milan, invece, un primo squillo c’era stato dopo la partita contro il Cagliari terminata 1-1. Il portoghese, che da meno di due settimane sedeva sulla panchina rossonera, aveva dichiarato: “È stato il primo tempo più brutto da quando sono allenatore, e faccio questo lavoro da 13 anni. Non siamo stati bravi e intelligenti“. Un modo di far conoscere il vero sé sin da subito, dopo l’esaltazione per la Supercoppa vinta che aveva un po’ storpiato la sua vera immagine.
Non solo sfoghi però, perché il carattere esplosivo lo ha spesso portato a dei veri scontri anche dentro il campo. Era successo in Portogallo, quando è quasi venuto alle mani con il collega allenatore del Portimonense, ma anche ben più recentemente. Lo sa bene Calabria, co-protagonista di un litigio in mondovisione al termine della partita vinta contro il Parma, che aveva preoccupato un po’ tutti.
Forse le preoccupazioni erano reali, o forse no. Sin da quando era calciatore Conceiçao ha evidenziato questo suo carattere esplosivo, portandolo con sé anche nell’esperienza da allenatore – non sono un caso i 24 cartellini rossi ricevuti. Chi prende il portoghese ha sì garanzie di vittorie, serietà e predisposizione al sacrificio, ma deve anche fare i conti con la sua personalità, che non lo fa mai ritrarre dal dire quel che pensa. Forse, però, il Milan non aveva fatto i conti con questo.
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