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Spettacolo e brivido: il Como di Fabregas antidoto alla noia

Calcio spettacolare, veloce e atipico per una neopromossa. Se non fosse per le ripetute disattenzioni finali staremmo parlando di una macchina perfetta. L’ambizione però non manca. Crea (tanto), segna ma subisce (ancora troppo): 1 punto nelle prime 3, 7 nelle successive 3. Il Como è in netta crescita e si diverte insieme (anche ai 10mila del Sinigaglia). Cutrone capitalizza, Belotti alza la prima cresta della stagione. E nel mezzo Nico Paz continua a stupire, con una naturalezza da campione. 24 tiri in porta nella prima vittoria casalinga contro il Verona – per l’ultima “sul lago” bisogna tornare indietro di 21 anni, ai tempi del Nokia 3310 tanto per intenderci – e 72% di possesso palla. Un dominio sul campo (e in numeri) e, nonostante tutto, c’è ancora tanto da migliorare soprattutto nella gestione degli ultimi minuti. La proposta di gioco e i risultati, intanto, premiano l’intelligenza tattica e l’umiltà di Cesc Fabregas

Nico, Como è Paz di te

Faccia pulita da bravo ragazzo e tocco pregiato. Pensa brillantemente e disegna traiettorie col contagiri. Non mancano i colpi e la personalità a Nico Paz: aveva inziato da subentrato. Ora la titolarità non gliela toglie più nessuno. Fabregas l’ha voluto a Como, Scaloni inizia a sondare il terreno per la nazionale argentina. 2 assist, un “mezzo” gol e tanta qualità. Forse, la sorpresa più brillante di questo inizio. E Como se lo tiene stretto.

 

Cutrone il finalizzatore

Cos’hanno in comune Vlahovic, Thuram, Pulisic, Retegui e Cutrone? Occupano la prima posizione alla voce “capocannoniere“. E se non fosse per quell’errore dal dischetto contro l’Udinese sarebbe anche primo in solitaria. Ma l’attaccante italiano non può che ritenersi soddisfatto del suo ritorno in Serie A: in questo avvio, ha già superato il numero di reti che aveva segnato nella sua ultima stagione disputata nel campionato italiano. Ha rischiato di smarrirsi e smarrire la felicità, ora si è definitivamente ritrovato. Con la “sua” maglia e i suoi gol.

Con il Como in campo è sempre un brivido

Gué l’ha cantata nel pre-partita, ma poi il “Brivido” lo si è visto in campo. Una cosa è certa: se il Como gioca non ci annoia mai. Tanto per la quantità di palle gol, quanto per la capacità ingiustificata di tenere aperte le partite “già vinte” fino all’ultimo secondo. 9 gol fatti, 11 subiti: sta tutto lì, nei cali di concentrazione e nei dettagli che possono costare caro. Rischiamo troppo negli ultimi minuti; siamo felici di come giochiamo, ma dobbiamo continuare a lavorare”, lo dice anche Fabregas nel post partita. Il prossimo passo, è la ricerca dell’equilibrio.

Se fosse una stagione, il Como sarebbe la primavera. Imprevedibile e a continua intermittenza: un paraddoso per ora vincente, per una creatura ancora da plasmare. Ancora presto per dare dei giudizi, ma dopo un timido inizio il Como sta rispondendo presente. Come a voler dire: “Serie A, ci siamo anche noi”.

Lorenzo Bloise

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