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Como, Scuffet: “Non è vero che ho rifiutato l’Atletico Madrid per finire le superiori”

Due anni fa la sua decisione fece discutere. Simone Scuffet rifiutò l’Atletico Madrid per rimanere a Udine e finire le scuole superiori. Ma andò veramente così?  E’ lo stesso portierino friulano a raccontare i fatti:

“Non è vero che dopo quei primi mesi di A ho detto no alla Spagna per finire le superiori” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Sono andato alle serali, poi sono tornato nella mia classe. Tesina sulla tassazione sui diritti di immagine dei calciatori: 72 su 100. Io ho scelto di restare a Udine per l’ambiente, per i preparatori dei portieri. Volevo continuare a crescere. Rimpianti? No, sentivo che era la cosa giusta. E se lo sentivo è stato giusto fare così. Magari in futuro mi servirà più un anno in panchina a Udine che una stagione in Spagna. Chissà che avrei fatto lì. Rimpiangere il passato, pensarci ancora, è una cosa che toglie energie: meglio pensare a come migliorare. Sono convinto di non aver perso tutto. Questo pensiero che a 19 anni sono quasi finito, solo perché ho fatto un anno in B, non mi riguarda. Ho giocato 34 partite e mi serviva. Sono come un portiere che esce dalla Primavera e va in B: il percorso di un ragazzo normale”.

Scuffet è un portiere per caso: “Mi hanno portato all’allenamento e quasi non volevo andarci. Mi interessava poco. Sono arrivato e mi sono messo in porta. Non ricordo il momento, ma dev’essere stato istinto. Non ho mai parlato tantissimo, a scuola e nella vita. Mi piace ascoltare, guardare e farmi le mie idee. I portieri sono tutti un po’ matti? Falso. Un portiere ora non può essere sbruffone, anche se un po’ di follia c’è. Devi avere qualcosa di non normale. Tra i riflessivi ci siamo io, Cragno che è con me in Under 21, e Meret. Buffon? Non lo conosco bene, ma credo una via di mezzo. Lo scorso anno, quando ero in panchina, prima della partita è venuto a salutarmi. Mi ha fatto un piacere enorme, io sono cresciuto con lui in testa. Mi ha detto due parole, ma belle: ‘allenarti sempre bene, tieni duro, arriverà il tuo momento’. Donnarumma? Via di mezzo anche lui. Poi un grandissimo portiere: se ogni due settimane giochi a San Siro in quel modo, vuol dire che hai grandissima freddezza. Più di me ha qualche centimetro, è 1.96, e un po’ di esplosività. Poi è fortissimo: ha reattività a terra e forza esplosiva”.

Un consiglio a Donnarumma? “Di giocare, giocare sempre. Sarebbe sbagliatissimo andare in un club che lo tiene in panchina. Il 99,9% delle squadre lo farebbe giocare. Udinese? Dal loro punto di vista magari hanno anche fatto bene a tenermi in panchina. Karnezis è stato bravo”. In chiusura d’intervista Scuffet fa un bilancio di questa stagione: “A Como ho fatto degli errori, il più pesante a Latina. C’era vento, ho valutato male un cross e… Io sono convinto di essere più forte del 2014. Ho fatto errori anche due anni fa, solo che il primo anno te li perdonano, non li vedono. Adesso è diverso. Futuro? La cosa più importante è sempre la stessa: giocare”.

Redazione

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