Quel ramo del lago di Como… dove i sogni diventano realtà! Chiedere, per credere, ai tifosi che alle porte di Ferragosto si sono ritrovati a festeggiare l’arrivo di Cesc Fabregas (e non è finita qui…). Onore e merito ad una società che da diversi anni ormai costituisce un esempio virtuoso per tutto il movimento calcistico italiano. Disponibilità economiche importanti (Forbes dixit, quella dei fratelli Hartono è la proprietà più facoltosa del nostro calcio con un patrimonio stimato in 46.5 miliardi), ma soprattutto una struttura consolidata nel tempo. Con la politica dei piccoli passi, della serietà e della lungimiranza nelle scelte. Una bella favola, insomma, con uno scenario – quello del lago di Como, appunto – a render il tutto ancor più incantevole…
La bellezza della città e la qualità delle persone. Un simposio perfetto. Equilibrio, razionalità e good vibes… “Perché il sano ottimismo è il motore di ogni cosa e poi in una location del genere non puoi che essere felice”. Pensieri e parole del direttore generale Carlalberto Ludi, deus ex machina del progetto Como assieme al Ceo Dennis Wise.
E da quel sano ottimismo nasce il colpo dell’estate, Cesc Fabregas… “In realtà la storia è molto più semplice di quanto possa suggerire la mediaticità, legittima, dell’operazione (sorride). Cesc ha lo stesso procuratore di Binks, un difensore classe ’01 molto promettente che abbiamo preso in prestito dal Bologna. E, durante questa operazione, è nata la ‘pazza’ idea… ‘ Perché non pensate a Fabregas?’. Lui aveva già rifiutato diverse proposte ‘esotiche’, a cifre anche molto significative perché voleva rimanere in Europa e nella fattispecie gradiva molto l’Italia. Così ci siamo attivati ed è scoccato fin da subito il colpo di fulmine. Gli abbiamo illustrato il nostro progetto, le nostre prospettive e la risposta è stata positiva, già al primo incontro… ‘Per me la categoria non è un problema, preferisco un progetto ambizioso che mi faccia sentire ancora vivo piuttosto che un progetto speculativo’… In due giorni ci ha dato l’ok definitivo e poi al netto dei vari tempi tecnici da rispettare, lunedì è arrivato a Como tra l’entusiasmo generale…”.
Un entusiasmo che, ovviamente, ha oltrepassato i confini nazionali e ha posto la Como calcistica al centro dei riflettori… “Era legittimo e ampiamente prevedibile, ma noi – spiega Ludi –non amiamo i palcoscenici, pensiamo solo al lavoro quotidiano…”. Nel quale, peraltro, Fabregas si è già calato alla grandissima… “E’ davvero un ragazzo spettacolare, una super star anche nei comportamenti. Si è approcciato al gruppo con un’umiltà incredibile, quasi con timidezza in segno di rispetto. E’ fantastico e alzerà in maniera importante il nostro livello. Ma lo abbiamo capito subito, dal giorno dell’incontro, quando ha preso un volo da Barcellona solo per venirci a conoscere. Cesc, anche come uomo, incarna perfettamente ciò che siamo, i nostri valori”. E, a proposito, la domanda da un milione di dollari: quando lo vedremo in campo? “Vediamo domani se già questo weekend per la Coppa Italia, ma non credo. Speriamo e confidiamo per la prima di campionato, settimana prossima, contro il Cagliari”.
Piccoli passi, appunto. Perché è in questo la forza del Como. Nella capacità di far le cose misurate, con equilibrio, malgrado le importantissimi risorse economiche potrebbero suggerire altro. Nella forza di un progetto, che abbina i risultati sportivi (due anni fa la promozione dalla C, l’anno scorso un buon tredicesimo posto) con la crescita progressiva delle ambizioni, senza voli pindarici… “Ritengo che il segreto sia la nostra anima, che abbiamo pian piano costruito nel corso di questi anni. Nella scelte delle persone: serie, positive, solari. Lavorare duro, ma con il sorriso. Nel sentirsi parte di una grande famiglia in cui tutti devono apportar qualcosa per il bene comune. Infatti, anche sulla scelta di riconfermare mister Jack Gattuso non abbiamo mai avuto dubbi. E’ parte di noi, non serve aggiungere molto altro…”.
Parole appassionate, sincere, quelle di Ludi, che nel corso di questa estate, ha già aggiunto pezzi importanti alla famiglia Como: “A partire dal ritorno di Cerri a titolo definitivo dal Cagliari, che per noi è fondamentale, fino a quelli di Ioannou e Parigini, a dimostrazione del grande affiatamento e del legame che si è creato tra tutti noi. Poi è arrivato Mancuso, una garanzia e altri giovani interessanti, come il Binks di cui parlavo prima. Ci manca ancora qualcosa, nello specifico un portiere, un terzino destro e un centrocampista, ma non abbiamo fretta. Vogliamo prima del calciatore, persone giuste per noi, che rispecchino quei valori che ci contraddistinguono. Lavoriamo a fari spenti, senza pubblicità o declamazioni populistiche che non servono. Si parte per migliorare il piazzamento di anno scorso, ma soprattutto per divertirci e per far divertire la nostra gente…”.
Che apprezza, compiaciuta, una politica nella quale ritrova il proprio modo di essere… “La bellezza di questa città ha una forza propulsiva unica nel suo genere, basta guardare la location dove giochiamo. Siamo davvero felici e poi avere una proprietà così rende tutto più magico…”.
Perché Como è così, un teatro dei sogni a cielo aperto. E qui, non si può non esser felici, soprattutto al Sinigaglia…
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