Interviste e Storie

“Bonjour”, con Butez-Ikoné a Como si parla francese

Ikoné-Como-Imago

Nico Paz? No. Assane Diao? No. Nessun problema, a Como si inizia a parlare francese.

Per una volta, e già così fa notizia, a brillare tra gli uomini di Fabregas non sono stati i due golden boy che ormai da tempo avevano quasi assolutizzato la scena in riva al Lago.

Contro il Venezia i premi di artisti protagonisti si devono assegnare a un altro duo. Questa volta, però, non parla spagnolo ma francese. I 90 minuti del Como portano il nome di Jean Butez e Jonathan Ikoné. A unirli un destino in comune.

Prima di tutto le origini transalpine (come Da Cunha e Caqueret). E poi l’arrivo a Como, per entrambi avvenuto nell’ultima sessione invernale di mercato. Prima le parate del portiere (soprattutto su Zerbin e Duncan) hanno tenuto in piedi la squadra azzurra nel corso del primo tempo. Poi il gol (il primo con la nuova maglia) del secondo, entrato nella ripresa.

La vittoria è stata solo sfiorata, con il pareggio allo scadere del Venezia. Ma, intanto, sulla riva del Lago ci si gode la coppia francese. “Bonjour Como”.

L’amicizia con Mbappé e un talento inespresso: ‘Jorko’ Ikoné

Il cammino di Jonathan ‘Jorko’ Ikoné parte a Bondy e si lega fin da subito con quello di un altro bambino. Esterno, con la passione per il pallone e nato nello stesso paese: Kylian Mbappé. L’allenatore? Il papà del numero 9 del Real. Un duo a tratti illegale per chiunque li affrontasse. “Ci divertivamo a giocare insieme nel Bondy, ma l’allenatore spesso ci separava perché insieme creavamo un vero e proprio ‘abuso’ agli avversari”, raccontava il numero 19 di Fabregas. Da un piccolo terreno sabbioso Jorko a 10 anni passa al PSG. Troppo chiaro il suo talento per non attirare l’attenzione dei parigini.

Già, il talento. La carriera di Ikoné è stata una costante prova. Prova nel cercare di far brillare con continuità e nitidezza quel talento che da sempre tutti avevano a sprazzi ammirato. Ora ci proverà Cesc Fabregas a valorizzarlo. “Quando ho affrontato Ikoné da calciatore ho pensato: che talento! Quando vedo calciatori come lui che non trovano molto spazio, dentro di me sento che devo dargli una mano. Se ha capito il messaggio e se torna l’Ikonè che io conosco, sarà una grande scoperta”, le sue parole per commentare l’arrivo del francese. La sfida è iniziata.

Como, Cesc Fàbregas (IMAGO)

Il futsal e i consigli di Pavard e Van Bommel: la storia di Butez

Nella prima metà dell’anno a Como quello del portiere era stato un tema dibattuto ogni settimana. Chi gioca? Reina o Audero? Fino a gennaio un titolare indiscusso non c’era mai stato. Mai, fino all’arrivo di Jean Butez. Solidità, sicurezza, qualità tecniche: nel francese Fabregas ha trovato le qualità che cercava. E pensare che la sua storia era partita dal futsal. Il premio di miglior portiere vinto in un torneo giovanile attirò le attenzioni del Lille. La svolta arriverà però in un’altra Nazione: il Belgio. Nel 2022/23 una stagione incredibile con l’Anversa: 27 clean sheet e, soprattutto, uno storico treble con la vittoria di campionato, coppa e Supercoppa.

A gennaio l’arrivo a Como e la prima esperienza in Italia. Un paese a cui, in qualche modo, era già legato. Una parte della sua famiglia, infatti, per diversi anni aveva vissuto a Milano. E poi l’amicizia con Benjamin Pavard, con cui aveva condiviso i primi allenamenti nello stesso club da giovane, e i consigli di Van Bommel, suo ex allenatore. Il Como ha trovato un portiere. Anzi, il portiere che Fabregas voleva. E sul Lago si parla francese, un po’ di più.

Nicolò Franceschin

Nato nel 1997 tra Milano, Como e Lecco. Laureato in Giurisprudenza, ma ai codici ho preferito una penna. Cresciuto con Maradona (il calcio), ma anche Ronaldinho e Sneijder. Il fascino del numero 10. Credo nella forza delle parole. Verità e narrazione. In giro in macchina per stadi, campi e strade alla ricerca di nuovi colori da scrivere, perché ognuno ha una sua sfumatura. Le note del telefono che si riempiono di storie, alcune il cui finale è ancora tutto da scrivere. Una di queste è la mia. Raccontare emozioni e dare voce a chi non ce l’ha.

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