“Sono un animale diverso. Spero che rispettino un animale diverso e se non lo rispettano, vaff****”. Esordisce così Rocco Commisso dalle colonne del Financial Times. Il presidente della Fiorentina ha parlato a tutto tondo della sua esperienza da presidente in Italia, il rapporto con i tifosi e il contesto calcistico italiano.
L’obiettivo del presidente viola è chiaro, rendere il club autosufficiente: “Non sono uno stupido americano. Ora siamo a 340 milioni di euro spesi, capisce?” dice. Poi confessa: “I tifosi mi amano, ma fino a un certo punto. Quel punto è la misura in cui vinco e spendo soldi”.
Commisso parla delle difficoltà che si incontrano quando si vuole investire in Italia: “Tutte le cose burocratiche, mi stanno facendo impazzire”. Poi si sofferma sulla parentesi Vlahovic, senza mezzi termini tuona: “È cresciuto qui e dovrebbe dare riconoscenza al club”.
Il magnate italo-americano spiega il motivo del suo investimento nel calcio italiano: “Sto investendo nel mio paese. Sono tornato per restituire qualcosa al mio Paese attraverso il calcio. Perché alla fine è stato proprio il gioco del calcio che mi ha portato dove sono arrivato”. Proprio su quanto investito, infine, osserva: “Chi altro ha fatto quello che ho fatto io? Non gli Agnelli. Il nonno, forse, non i nipoti. Non Gordon al Milan. Non quel ragazzo alla Suning”, conclude Commisso.
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