Come Pippo Inzaghi ha cambiato il Pisa

L’allenatore è stato l’artefice principale della promozione in Serie A dei nerazzurri
“Voglio far sì che la gente si appassioni nuovamente di questa squadra”. Queste le parole di Filippo Inzaghi lo scorso luglio, nel corso della sua conferenza stampa di presentazione da allenatore del Pisa. Spoiler: obiettivo raggiunto in pieno.
E Inzaghi sin da subito ha capito quali le corde giuste da toccare. Prima cosa da fare: partire dalla gente. Pisa è una piazza calda, tra le più calde della Serie B, ma sedata da due stagioni deludenti, nelle quali non era stato raggiunto l’obiettivo dei playoff. E così, i primi due allenamenti prima del ritiro sono a porte aperte, con una risposta impressionante da parte del pubblico.
Il tema dell’appartenenza, del sudore, caro al pubblico, è stato rappresentato anche dal modo di giocare: “Voglio gente che abbia la mia stessa voglia di essere a Pisa”.
La base della rosa è stata da subito gradita all’allenatore, migliorata dagli innesti di mercato portati dal tandem dirigenziale Vaira (direttore sportivo) e Giovanni Corrado (direttore generale). Poi, il merito è stato suo, di creare la migliore idea di gioco possibile in base agli elementi a disposizione.
Pippo Inzaghi l’ha rifatto. Dopo la promozione alla guida del Venezia (dalla C alla B) e quella con il Benevento (dalla B alla A), “SuperPippo” si è dimostrato ancora una volta uno dei migliori allenatori della categoria (nelle ultime stagioni tra i migliori per media punti con Grosso e Pecchia). Ma questa volta ha un sapore totalmente diverso.
Verticalità e aggressione: ecco come ha giocato il Pisa
Tabula rasa rispetto al passato. Dal gioco in orizzontale e le molteplici linee di passaggio della scorsa stagione, la squadra nerazzurra ha cambiato il suo credo.
3-4-2-1. Questo il modulo con il quale Inzaghi ha schierato il Pisa in tutta la stagione. Il miglior vestito possibile per questa squadra. Due gli aspetti fondamentali del gioco: la palla in verticale e l’aggressione alta, altissima, sul portatore di palla avversario. E su questo è stato fondamentale l’apporto di Alexander Lind, sempre scatenato nella rincorsa per recuperare il pallone, anche quando questo era in possesso del portiere. Una tattica che ha portato anche al gol, come accaduto nella trasferta di fine gennaio di Palermo.
Data la statura, con nella formazione titolare il solo Tramoni sotto il metro e ottanta (175 centimetri), le giocate aeree si sono rivelate un’arma in più di questa squadra, anche nelle rimesse laterali, sfruttando la lunga gittata di alcuni giocatori, come Giovanni Bonfanti.
Per quanto riguarda le palle inattive, c’è anche un elemento in più a favore del Pisa, soprattutto sui calci da fermo. Nello staff di Inzaghi, infatti, è presente tra i collaboratori Miguel Veloso. Il portoghese, alla prima stagione dopo aver appeso i tacchetti al chiodo, ha il merito di aver dato il proprio contributo soprattutto nelle punizioni, come dichiarato da Angori.
Rivelazioni e nuovi ruoli
E pensare che la stagione era iniziata nel peggiore dei modi possibili, con gli infortuni nello stesso ruolo (esterno destro) di Esteves e Leris, che hanno terminato già in estate la loro stagione. Ma qui, Inzaghi ha “creato” un giocatore, rivelatosi poi decisivi nella corsa verso la Serie A: Idrissa Touré. Centrocampista dalla nascita, schierato talvolta trequartista nella precedente stagione, nella quale sembrava in procinto di cambiare maglia, il tedesco con la sua velocità, la sua prepotenza fisica e, anche, il suo senso del gol, si è rivelato il motore della squadra nerazzurra. “Giochiamo da tutta la stagione senza due dei migliori esterni del campionato e non lo abbiamo fatto notare” rivendicò l’allenatore. Altro suo merito – tra i tanti – l’esplosione di Gabriele Piccinini. Nella lista dei partenti a inizio stagione, diventato fulcro della mediana nerazzurra, dimostrandosi abile nei suoi inserimenti sia da un punto di vista realizzato che da quello degli assist.
Samuele Angori è stato il padrone della corsia opposta. “Ho un bel piede” disse durante la presentazione. E aveva ragione. Alla prima stagione in cadetteria, il classe 2003 si è dimostrato un innesto di assoluto valore, arrivando a essere uno dei migliori della categoria.
Poi ci sono i tre titolari davanti. Tramoni, Lind e Moreo. Per quest’ultimo, una menzione speciale. Arrivato nel gennaio del 2023 tra le lodi dei tifosi, è stato schierato nelle prime stagioni come punta centrale. Ma Moreo non è la punta centrale, il bomber che il pubblico si attendeva. Inzaghi lo sa bene. Non inganni la statura: il numero 32 è un trequartista sui generis, fine conoscitore delle logiche di gioco, nel suo ruolo nei due dietro la punta si è dimostrato leader tecnico, ma anche attitudinale. Nessuno in squadra corre come lui, spesso dai suoi recuperi in difesa vengono scaturite le azioni da gol.
“Ragazzi emozionanti”
Ma tra tutti questi singoli, il gruppo è stato il vero protagonista del Pisa. Parola di Inzaghi: “Questi ragazzi sono emozionanti”. Gioia di giocare insieme: “Non ci sono mai state gelosie, tutti sono stati i primi tifosi dei propri compagni”. E consapevolezza: “Siamo forti, lo sappiamo”.
Dalla connessione con il pubblico alla forza della squadra. Pippo Inzaghi ha cambiato il Pisa in un modo solo: in meglio.