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Colpi di testa in campo e fuori: Weiser regala l’Europeo Under 21 alla Germania

A volte sbagliano anche in Baviera. Nel caso di specie l’errore in questione ha un nome e un cognome: Mitchell Weiser. Al Bayern lo avevano preso da ragazzino quando era al Colonia, ma dopo un solo anno in prima squadra lo hanno lasciato andare via a parametro zero verso l’Hertha Berlino.

Ed è lì che il ragazzino classe ’94 si è consacrato arrivando da leader vero anche della nazionale Under 21. E’ lui a decidere la finale contro una Spagna che sembrava invincibile. Non per la Germania e non per Weiser, che per una volta ci ha messo la testa. Eh sì, perché dalle sue parti, il ragazzino non passa certo uno dal carattere troppo tranquillo. Qualcuno dice – tra il serio e il faceto – che sia stato mandato via dal Bayern per aver pubblicato una foto del compagno di squadra Alaba in tanga. Di sicuri, però, ci sono i tre cartellini rossi beccati in una sola stagione quando era ancora nella squadra del settore giovanile. Mica poco per uno che di ruolo fa l’esterno alto d’attacco. Ma a fare gol ha imparato ai tempi del Colonia, che per assicurarselo nel 2005 prese lui per il settore giovanile e suo padre Patrick in prima squadra. Non un affare viste le sole 3 presenze, ma a giudicare da quanto fatto veder dal figlio, un colpo in ottica futura. Lì il piccolo Mitchell giocava da prima punta, sintomo che i gol li sapeva fare già da piccolino.

Prima della consacrazione all’Europeo Under 21, una stagione da protagonista con l’Hertha Berlino: 17 presenze, due gol e quattro assist, più varie apparizioni (tutte con reti) in Coppa di Germania. Un ragazzo da tenere d’occhio. Agli spagnoli ha fatto girare la testa, quella che sembrava il suo di punto debole, ma che per una sera si trasforma nel suo colpo vincente.

Bruno Majorano

Laureato in giurisprudenza ma più o meno giornalista sportivo. Perché al diritto penale preferisco quello di Djokovic. Perché alle sanzioni civili preferisco quelle del giudice sportivo. Perché basta che in campo ce ne siano 22 e tutto il resto viene dopo. Pubblicista dal 2010, professionista dal 2013 e “calcista" dal 1988. Se volete sapere qualcos'altro su di me seguite quello scrivo. Non sempre ho ragione, ma provo a raccontare la verità. Provo a farvi guardare il mondo del calcio dal un'altra prospettiva: con i miei occhi, nonostante i quasi 9 gradi di miopia, ma con un paio di lenti a contatto e all’occorrenza anche un paio di occhiali di sole. Ho sentito dire che “Scrivere è sempre meglio che lavorare…”, aggiungo che scegliere come hobby il proprio lavoro è la cosa più gratificante che si possa fare nella vita. Per gianlucadimarzio.com mi trovate un po' ovunque. Ah, un avviso ai naviganti: non prendetemi troppo sul serio!

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