Icardi, Perisic, Donnarumma, Belotti, Icardi, persino Sarri: per tutto c’è un prezzo. Le clausole sono ormai parte integrante di qualsiasi contratto di un “big”, ma a chi sono più utili? Domanda che La Gazzetta dello Sport ha posto all’avvocato Beppe Bozzo.
“Abituiamoci all’idea che questo strumento si diffonda sempre più” – attacca Bozzo – “È nell’interesse di tutti. Anche per evitare pericolosi tormentoni di mercato. Serve più ai calciatori? Dipende. Se un club programma bene, può fare a meno delle clausole e dare un progetto adeguato ai suoi tesserati. Comunque il momento più delicato è quando si cambia società. Spesso per stanchezza l’agente si concentra sull’ingaggio e tralascia i dettagli. Invece è quello il momento in cui si contrattano bonus e clausole. Innanzitutto rispettando una proporzione. Se s’inserisce una clausola da 100 milioni, lo stipendio deve essere tra l’8 e il 10%: quindi tra gli 8 e i 10 milioni netti. Altrimenti non vale la pena farla”.
La clausola non deve penalizzare i club: “Bisogna fare attenzione ai modi di applicazione. I dirigenti devono lasciarsi il tempo necessario per trovare un sostituto. In generale chi ritiene di assecondare un percorso di crescita può individuare gli incentivi e mettere nel conto anche la separazione. Ciò riguarda soprattutto quei club che hanno contratti brevi con i loro giovani che si affermano strada facendo. In quei casi devono scendere a patti. I casi sono tanti… Preferisco, invece, sottolineare l’operato di De Laurentiis. Il presidente del Napoli è stato il più evoluto nel comprendere l’utilità delle clausole. A partire da Lavezzi sino ai giorni nostri. Un presidente deve essere bravo anche a entrare nella testa dei giocatori. Non fa bene a tutti”.
La recompra, tanto diffusa in Spagna, per Bozzo non serve: “In Italia siamo già tutelati dai prestiti con diritto di riscatto e controriscatto. Non ci sono grandi differenze rispetto alla formula spagnola. Sarebbe positivo fare tutto alla luce del sole. E non solo questo. Io credo nel successo della clausola “de tanteo”: vale a dire la possibilità di pareggiare un’offerta entro 72 ore. È una forma di tutela per un club che, all’atto della vendita, vuol evitare che un giocatore finisca a un club poco gradito. È un’accortezza significativa per il nostro calcio che tiene molto a certe rivalità”.
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